CIA Puglia e Italia Olivicola: “Un olivo assorbe più CO₂ di un impianto solare”
“Un olivo è più sostenibile di un impianto fotovoltaico”. È questo, in sintesi, il messaggio contenuto nella lettera inviata da Italia Olivicola e CIA Agricoltori Italiani di Puglia al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, per chiedere la modifica del Decreto Legislativo 190/2024.
Le due organizzazioni propongono di introdurre l’obbligo di una relazione di impatto ambientale comparativa, che accompagni ogni richiesta di autorizzazione per nuovi impianti fotovoltaici a terra. “Serve una valutazione concreta e specifica che analizzi anche gli effetti dell’espianto di colture, come l’olivo, sul dissesto idrogeologico e sulla capacità di assorbimento della CO₂”, spiegano.
Il confronto tra olivo e fotovoltaico
Nella missiva si evidenzia come il decreto, nella sua formulazione attuale, non preveda alcun confronto sulla sostenibilità ambientale dell’impianto rispetto alla coltura preesistente, in base al principio del Life Cycle Assessment (LCA).
Secondo uno studio dell’Università di Utrecht, un pannello fotovoltaico “costa” all’ambiente circa 20 g/kWh di CO₂, valore che può salire fino a 45 g/kWh considerando l’intero ciclo di vita. Un olivo, invece, assorbe fino a sei volte quella quantità di CO₂, rendendosi di fatto una delle colture più efficienti contro l’inquinamento e il dissesto idrogeologico.
Il Consiglio Oleicolo Internazionale ha calcolato che per produrre un litro d’olio vengono assorbiti 10,65 kg di anidride carbonica, un valore ancora più alto se si considerano le coltivazioni biologiche. “Se il fotovoltaico deve essere davvero sostenibile va dimostrato con dati tecnici comparativi: la convenienza ambientale non può basarsi solo sulla produzione di energia”, scrivono Italia Olivicola e CIA Puglia.
Puglia, tra record di rinnovabili e consumo di suolo
Le due organizzazioni non si dichiarano contrarie alle energie rinnovabili, ma chiedono equilibrio e tutela del suolo agricolo. La Puglia è oggi la prima regione del Sud e la terza in Italia per potenza fotovoltaica installata (3.768 MW), oltre a essere la prima per produzione di energia eolica, con 6.392,5 GWh nel 2024.
Ma il prezzo di questa crescita è alto: con un 8,27% di suolo consumato (dati ISPRA 2024), la Puglia è la quinta regione italiana per perdita di terreni agricoli.
Nel 2023, Lecce ha registrato il consumo più elevato (39.739 ettari), seguita da Bari (37.275), Foggia (28.149), Taranto (23.747), Brindisi (19.989) e BAT (11.105). A livello nazionale, dal 2006 al 2023, gli impianti fotovoltaici a terra hanno occupato 16.147 ettari, pari al 12,5% del suolo consumato complessivo.
L’appello di Sicolo
«L’agricoltura in Puglia è la prima industria a cielo aperto della regione - afferma Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola e CIA Puglia -. È la nostra storia, la nostra identità e il nostro futuro. Dobbiamo preservarla. Le energie rinnovabili sono fondamentali, ma non possono crescere a scapito dei campi, degli olivi e del lavoro agricolo».
Le organizzazioni chiedono dunque che il governo introduca una valutazione comparativa obbligatoria, capace di stabilire, con criteri scientifici, quando un impianto fotovoltaico sia davvero più sostenibile della coltura agricola che sostituisce. Solo così, concludono, la transizione energetica potrà essere anche una transizione agricola e ambientale giusta.