Italia Olivicola e CIA: “Prezzi troppo bassi, rischio frodi sull’olio EVO”
Appello a controlli e verifiche urgenti: “Speculazioni e importazioni truccate, serve mano ferma contro chi manipola il mercato”

Prezzi troppo bassi e rischio frodi elevato sul mercato dell’olio extravergine d’oliva. È l’allarme lanciato da Italia Olivicola e CIA Agricoltori Italiani, che chiedono verifiche urgenti sulle vendite all’ingrosso di olio dichiarato come “italiano” ma offerto a cifre anomale, tra i 7 e i 7,7 euro al chilogrammo.
“Occorre che operazioni di questo tipo siano messe sotto la lente degli organismi di controllo”, ha dichiarato Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola e vicepresidente nazionale della CIA, in un appello rivolto a Patrizio Giacomo La Pietra, sottosegretario alle Politiche Agricole.
Secondo Sicolo, esiste il rischio concreto che olio importato e di bassa qualità venga spacciato per prodotto italiano, danneggiando i produttori nazionali in piena campagna olearia. “Serve mano ferma contro chi tenta di manipolare il mercato attraverso triangolazioni di olio estero, presentato come made in Italy”, ha sottolineato.
Italia Olivicola segnala inoltre movimenti di mercato in controtendenza: mentre in alcune borse merci si registrano ribassi sospetti, a Bari e in Sicilia i prezzi del vero olio extravergine sono in aumento. A Palermo e Trapani, l’olio Dop Monti Iblei ha raggiunto il record di 14,85 euro/kg, secondo i dati Ismea Mercati.
“Al 30 settembre gli oleifici italiani sono tornati con giacenze a zero, e l’extravergine nazionale mantiene un posizionamento alto, nonostante i prezzi doppi rispetto a quelli di Spagna e Grecia - ha spiegato Sicolo -. Bisogna difendere il valore del nostro prodotto da chi importa olio a basso costo e froda consumatori e produttori”.
L’associazione propone un coordinamento più stretto dei controlli, non solo a livello europeo ma anche mediterraneo. “Non chiediamo di chiudere le frontiere, ma di rafforzare la trasparenza e la collaborazione tra Paesi produttori”, ha aggiunto Sicolo sottolineando l’importanza del dialogo nel Consiglio Oleicolo Internazionale.
“Gli amici tunisini vanno aiutati a crescere e valorizzare il loro prodotto. L’Italia deve essere un punto di riferimento di amicizia e cooperazione nel Mediterraneo”, ha concluso.