In vista della programmata discussione sul futuro industriale di Taranto, l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Taranto, ente sussidiario del Ministero della Salute, ha diffuso un nuovo documento ribadendo la centralità della tutela della salute pubblica, riaffermando il principio di precauzione come fondamento di qualsiasi scelta politica o industriale.

Il Position Paper, già pubblicato il 13 giugno 2019 e oggi sottoposto a una revisione sistematica alla luce degli aggiornamenti epidemiologici e delle trasformazioni strutturali del comparto produttivo, mette in evidenza le gravi criticità ambientali e sanitarie connesse all’attività dell’impianto siderurgico di Taranto, definito come una fonte persistente e documentata di inquinamento ambientale e rischio per la popolazione.

L’impianto, attivo dal 1964 con metodo a ciclo integrale, è localizzato a ridosso del centro abitato. Il ciclo produttivo, si legge nel documento, ha determinato “l’immissione in ambiente di una ingente quantità di sostanze inquinanti tra cui metalli e diossine, con effetti tossici sulla catena alimentare e sulla salute umana. I contaminanti, persistenti e bioaccumulabili, sono stati rinvenuti nei tessuti umani, anche nei neonati tramite il latte materno, con gravi conseguenze documentate da numerosi studi scientifici”.

Il Position Paper cita tra gli atti più rilevanti la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 24 gennaio 2019, che ha condannato lo Stato italiano per non aver tutelato adeguatamente la vita e la salute dei cittadini tarantini.

L’Ordine sottolinea di non avere competenze su scelte economiche e produttive, ma di essere vincolato a perseguire, in forza del giuramento professionale, “la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza”. In questa cornice, viene definita “inaccettabile” ogni ipotesi di continuità produttiva che implichi danni prevedibili alla salute umana.

Particolare attenzione è riservata al tema dell’ingiustizia ambientale: “L’esposizione cronica agli inquinanti colpisce in modo sproporzionato le fasce di popolazione più fragili che vivono nei pressi degli impianti. Questa condizione configura una discriminazione interna alla stessa nazione, in aperta violazione degli articoli 2 e 3 della Costituzione”, sottolinea.

L’Ordine richiama la necessità urgente di procedere a una Valutazione di Impatto Sanitario (VIS), estesa ai diversi scenari emissivi e produttivi, per determinare se vi siano condizioni che consentano la prosecuzione dell’attività siderurgica in assenza totale di rischio per la vita e la salute dei cittadini. Si chiede inoltre che la VIS sia vincolante per la revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e che siano sospese, a prescindere da qualsiasi altra valutazione, tutte le emissioni neurotossiche già oggi in atto.

Infine, l’Ordine richiama con forza la necessità di proteggere la salute mentale dei bambini. Cita a tal proposito uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha documentato una riduzione del quoziente intellettivo e disturbi del neurosviluppo nei minori residenti a ridosso dell’area industriale, attribuendone la causa alla contaminazione da sostanze neurotossiche.

“Senza l’attività mentale nessuno potrebbe fabbricare né acciaio né altro. Danneggiare la mente dei bambini e delle future generazioni è, per la società, un atto potenzialmente suicida”, si legge nella parte conclusiva del documento.

Il testo, firmato da Annamaria Moschetti, presidente della Commissione Ambiente Omceo Taranto, e da Cosimo Nume, presidente dell’Ordine, è stato indirizzato alle Autorità competenti con l’auspicio che le decisioni sul futuro industriale di Taranto siano assunte “con serenità e piena autonomia, nell’interesse della Comunità”.