L’appello di Francesco Nigro: “Non spegnete la cassa armonica”
L’estate delle feste patronali e il suono che rischia di svanire: “La banda non è nostalgia, ma identità popolare e cultura”

“C’è una musica che non si ascolta soltanto: si ricorda”. Con queste parole il musicista Francesco Nigro, oboista e docente al Conservatorio “Giovanni Paisiello” di Taranto, lancia un appello per salvare un elemento fondamentale della cultura popolare meridionale: la cassa armonica e la musica della banda durante le feste patronali.
Con l’estate ormai alle porte e il ritorno delle celebrazioni nei centri del Sud Italia, si teme che un tempo importante della festa, il concerto serale della banda musicale sulla cassa armonica, possa svanire, sostituito da spettacoli più commerciali e di rapido consumo. Un cambio che, secondo Nigro, non rappresenta un progresso, ma una perdita collettiva.
“Nella banda c’era cultura che diventava popolo. Le opere liriche venivano suonate tra la gente, gratuitamente. Era educazione all’ascolto, era giustizia culturale” scrive Nigro, che mette in guardia dal rischio di interrompere una tradizione che ha formato intere generazioni di musicisti, molti dei quali hanno mosso i primi passi proprio tra le marce di paese e le trascrizioni bandistiche.
“La cassa armonica è molto più che un palco - spiega -: è un piccolo teatro tra cielo e pietra, pensato per amplificare naturalmente il suono e rendere l’arte visibile e accessibile a tutti. Una struttura nata tra Otto e Novecento nei paesi del Mezzogiorno, ornata e smontabile, che ha permesso per decenni l’incontro tra popolo e grande musica”.
“Difendere quel momento significa difendere l’identità. Non si tratta di nostalgia, ma di memoria, educazione, civiltà”, sottolinea Nigro che invita organizzatori e istituzioni a non relegare la banda musicale a elemento marginale o decorativo.
Il rischio, secondo il musicista, è quello di spezzare il legame tra la festa e il suo significato più profondo: “La banda è un ponte generazionale e sociale. È musica senza filtri, che ti viene incontro sotto casa e ti fa crescere”.
Nel suo appello, Francesco Nigro chiede che le feste estive tornino ad ospitare concerti bandistici come parte integrante del programma, affinché il suono caldo della banda e il valore di un rito collettivo non vengano soppiantati dall’effimero. “Che l’estate possa ancora offrire la nobiltà discreta di un concerto di piazza, la musica di un popolo che non ha paura della propria storia”.