Il prof. Ennio Tasciotti con il presidente Luca De Gaetano nei laboratori dell'Università San Raffaele di Roma
Il prof. Ennio Tasciotti con il presidente Luca De Gaetano nei laboratori dell'Università San Raffaele di Roma

Capire come le nanoplastiche riescano a superare la barriera ematoencefalica, quali effetti producano sui neuroni e se siano correlate a processi infiammatori legati a patologie come Alzheimer e Parkinson: sono questi gli obiettivi della prima ricerca scientifica promossa da Plastic Free Onlus, in collaborazione con l’Università San Raffaele di Roma.

Alla guida del progetto c’è Ennio Tasciotti, direttore scientifico di Plastic Free e professore ordinario presso l’ateneo romano, considerato tra i massimi esperti di nanotecnologie applicate alla salute umana. Lo studio sarà avviato al raggiungimento del primo traguardo economico della raccolta fondi da 100mila euro, necessari per coprire i costi di laboratorio, materiali e analisi.

«Il nostro obiettivo è triplice – spiega il professor Tasciotti –: capire come le nanoplastiche entrano nel cervello, come alterano la trasmissione dei segnali neuronali e se attivano fenomeni di neuroinfiammazione. Sono domande cruciali che oggi non hanno risposte chiare e che finalmente potremo affrontare con metodo scientifico».

L’urgenza di una ricerca mirata è emersa dopo un recente studio pubblicato su Nature, che ha evidenziato la presenza crescente di nanoplastiche nel tessuto cerebrale umano. Secondo i dati, in alcuni casi la plastica rappresentava fino allo 0,5% della massa cerebrale analizzata, con frammenti di polietilene rinvenuti soprattutto in soggetti affetti da demenza.

«Questa scoperta ci ha aperto gli occhi – commenta Luca De Gaetano, presidente e fondatore di Plastic Free –. Sapere che le nanoplastiche non solo arrivano al cervello, ma vi restano e si accumulano, è sconvolgente. Finora abbiamo combattuto la plastica nell’ambiente, ora dobbiamo capire cosa accade quando finisce dentro di noi. E lo faremo con la scienza».

La raccolta fondi servirà anche a sostenere giovani ricercatori e dottorandi, oltre a garantire la divulgazione pubblica dei risultati attraverso pubblicazioni scientifiche e attività informative.

«Non parliamo del futuro, ma del presente – conclude De Gaetano –. Le nanoplastiche sono già dentro i nostri corpi. È tempo di scoprire cosa stanno facendo e come possiamo difenderci».

Chi desidera contribuire può farlo attraverso il sito ufficiale:

👉 www.plasticfreeonlus.it/cosa-facciamo/supporta-la-ricerca-scientifica