Appalti Comune Taranto: le proposte di Rizzo e Marchese (USB) per evitare povertà

USB (foto Massimo Todaro)
CRONACA
11.06.2024 14:40

Oggi, un lavoratore su dieci in Italia è povero. Questo accade perché ci sono contratti che dovrebbero essere considerati illegali, in quanto lo sono nei fatti, ma che al contrario vengono puntualmente utilizzati: il che è inammissibile. La cosa più grave è che questo fenomeno, che prima interessava principalmente il settore privato, oggi dilaga nel pubblico. Abbiamo posto un argine per quanto concerne gli appalti pubblicati dall'Asl di Taranto grazie alla collaborazione con il direttore generale e il direttore amministrativo, con l’introduzione del contratto leader. Tuttavia, siamo in difficoltà per quanto riguarda gli appalti del Comune di Taranto, delle società partecipate e delle concessionarie.

L’esempio delle lavoratrici delle pulizie negli asili nido è emblematico: parliamo di contratti che prevedono pochissime ore di lavoro al mese, con una retribuzione che si aggira intorno ai 600 euro mensili, e che vengono sospesi in alcuni periodi dell’anno, senza stipendio e senza indennizzo.

L’invito al Comune è di riprendere un percorso avviato in passato e poi interrotto, che ha consentito a queste lavoratrici di passare da un’ora e mezza alle attuali tre ore e mezzo. Siamo sin da subito pronti a un confronto schietto con l’amministrazione Melucci.

Queste le nostre proposte:
- Reinternalizzazione di tutti i servizi dati in appalto relativi alle attività ordinarie e continuative del Comune di Taranto, per rispondere a criteri di economicità nella gestione delle risorse pubbliche e dare tutela alle tante lavoratrici e lavoratori precari e a rischio di povertà che nel tempo hanno maturato professionalità messe al servizio della pubblica amministrazione.
- Introduzione in ogni procedura di affidamento in appalto di lavori, servizi o forniture del Comune di Taranto dell’obbligo per gli enti/imprese/società aggiudicatarie, indipendentemente dalla loro forma giuridica, di riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori alle proprie dipendenze o in somministrazione di lavoro impiegati nell’appalto un trattamento retributivo minimo pari a 10 euro all’ora, a titolo di paga base utile alla determinazione di tutti gli istituti di retribuzione indiretta e differita, quale miglior favore rispetto ai minimi contrattuali previsti dal CCNL di riferimento sottoscritto dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
- Introduzione in ogni procedura di affidamento in appalto di lavori, servizi o forniture del Comune di Taranto dell’obbligo di un orario minimo di 30 ore di lavoro settimanali pro capite in favore delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati nell’esecuzione dell’appalto.
- Introduzione in ogni procedura di affidamento in appalto di lavori, servizi o forniture del Comune di Taranto del divieto per gli enti/imprese/società aggiudicatarie, indipendentemente dalla loro forma giuridica, di stipulare contratti di lavoro con le lavoratrici e i lavoratori impiegati nell’appalto che prevedano sospensioni del rapporto di lavoro senza riconoscimento della retribuzione.
- Estensione delle misure appena elencate agli enti/imprese/società, indipendentemente dalla loro forma giuridica, partecipati e/o controllati e/o concessionari del Comune di Taranto.
- Costituzione di un tavolo permanente di monitoraggio e confronto sul sistema degli appalti tra il Comune di Taranto e le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori e delle lavoratrici che, partendo dalla mappatura degli appalti in scadenza e in corso, affronti le tematiche correlate all’attuazione delle misure elencate.

Tutto questo, a nostro avviso, consentirebbe di restituire dignità ai lavoratori che operano nell’orbita di un ente pubblico come il Comune di Taranto, e di eliminare fattori che inevitabilmente dequalificano il territorio. L'invito è di continuare sulla linea seguita in Regione con l'approvazione della legge sul dumping contrattuale.

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