UILPoste Taranto ottiene il riconoscimento dell’autismo nei contratti
Una lavoratrice, madre di un bimbo autistico, è stata trasferita dopo anni di attesa

Dopo un anno di azione sindacale, UILPoste Taranto ottiene un risultato di rilevanza nazionale: Poste Italiane ha riconosciuto l’autismo tra le condizioni meritevoli di tutela ai sensi dell’articolo 41 del contratto collettivo nazionale di lavoro.
Il caso riguarda una dipendente tarantina, madre di un bambino autistico, che da tempo chiedeva di essere trasferita in una sede più vicina al proprio domicilio per conciliare esigenze familiari e professionali.
Fino a oggi, l’autismo non rientrava tra le patologie che consentivano priorità nei trasferimenti, creando un vuoto normativo che ha penalizzato numerose famiglie. Grazie al lavoro sinergico tra UILPoste Taranto, la UIL territoriale e le segreterie nazionali UIL e UILPoste, il caso è stato finalmente risolto con esito positivo.
“Non era soltanto una questione contrattuale, ma una questione di civiltà - ha dichiarato Giuseppe Manfuso, segretario generale di UILPoste Taranto -. Ci siamo battuti con determinazione per il riconoscimento di un diritto, non solo per una singola lavoratrice, ma per tutte le famiglie che vivono situazioni analoghe”.
La mobilitazione ha incluso la raccolta di documentazione medica, il coinvolgimento del medico competente centrale, pareri legali e iniziative pubbliche. Poste Italiane ha infine accolto la richiesta, autorizzando il trasferimento della lavoratrice presso una sede prossima alla sua residenza. Da lunedì 14 luglio, la dipendente è operativa nella nuova sede.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito a superare una prassi che escludeva molte fragilità - ha aggiunto Manfuso -. Poste Italiane ha compreso l’importanza della richiesta e ha dato un segnale positivo, che può aprire la strada a una nuova cultura aziendale”.
Soddisfazione è stata espressa anche da Gennaro Oliva, coordinatore generale UIL Taranto, che ha sottolineato la valenza collettiva della vicenda: “Non si tratta solo di una mobilità concessa, ma di un precedente utile a tanti lavoratori. È un esempio di sindacato vicino alle persone”.
Il riconoscimento dell’autismo come condizione rilevante ai fini dell’art. 41 rappresenta una svolta simbolica e concreta per i caregiver familiari, che potranno ora far valere più facilmente il diritto alla conciliazione vita-lavoro.
“Continueremo a vigilare affinché questa apertura diventi una prassi stabile e condivisa. Non chiediamo concessioni, ma il rispetto pieno dei diritti dei lavoratori e delle loro famiglie”, ha concluso Giuseppe Manfuso.