Acciaierie d’Italia
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“Il ricorso a una nave rigassificatrice per alimentare lo stabilimento siderurgico di Taranto si renderebbe indispensabile qualora venisse adottata la configurazione produttiva prevista dall’Opzione A, ossia la proposta di riconversione “verde” avanzata da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria (AdI in AS)”.

È quanto emerge da una nota ufficiale con cui AdI in AS ribadisce che “il piano industriale per la decarbonizzazione dell’impianto comporta un significativo incremento del fabbisogno di gas naturale. In particolare, il progetto prevede la realizzazione di tre forni elettrici, quattro impianti di riduzione diretta e quattro impianti per la cattura della CO₂. A questi si aggiungono gli impianti attualmente in funzione, che continueranno a operare almeno in parte”, si legge.

Secondo le stime fornite dalla struttura commissariale, il fabbisogno annuo di gas ammonterebbe a 5,1 miliardi di metri cubi (BSmc), mentre la rete nazionale, sulla base dei dati forniti da SNAM, ne potrebbe garantire al massimo 2 miliardi. Di qui l’ipotesi di ricorrere a un’infrastruttura di rigassificazione per colmare il deficit.

Una valutazione condivisa anche dal professor Carlo Mapelli, profondo conoscitore dello stabilimento tarantino, in passato consulente del commissario Enrico Bondi e già membro del CdA di Acciaierie d’Italia. In dichiarazioni riportate dalla stampa, Mapelli ha stimato un consumo di 270 metri cubi di gas per tonnellata di DRI, pari a 2,7 miliardi di metri cubi l’anno in caso di una produzione di 10 milioni di tonnellate. A questi si aggiungerebbero i consumi dei forni elettrici, stimati in poco più di 2 BSmc/anno, portando il fabbisogno complessivo a circa 4,7 BSmc/anno, già superiore alla disponibilità della rete esistente.

Includendo anche il consumo energetico degli impianti esistenti e degli impianti per la cattura della CO₂, alimentati da una centrale termoelettrica ad alta efficienza a gas naturale, si giunge alla stima complessiva dei 5,1 miliardi di metri cubi annui comunicati da AdI in AS.

La struttura commissariale ha infine ribadito la disponibilità al confronto con tutte le parti interessate, nel rispetto dei principi di trasparenza e sulla base di dati verificabili e tecnicamente fondati.