Qualità della vita 2025, Taranto scivola al 101° posto
È stata diffusa la nuova indagine sulla qualità della vita nelle province italiane, realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, giunta al suo 27° anno.
La fotografia che emerge conferma una forte distanza tra il Centro Nord e il Mezzogiorno, con il Sud che attenua le cadute più profonde, ma non riesce a ridurre in modo significativo il divario con le aree più avanzate del Paese.
In questo quadro, Taranto scivola al 101° posto su 107 province, perdendo due posizioni rispetto al 2024. Subito dopo il capoluogo jonico si collocano Siracusa, Agrigento, Foggia, Reggio Calabria, Crotone e Caltanissetta, che anche in questa edizione chiude la graduatoria nazionale come fanalino di coda. La presenza di così tante realtà meridionali nelle ultime posizioni conferma una criticità strutturale che interessa ampie porzioni del territorio del Sud.
All’estremo opposto della classifica, Milano consolida il proprio primato e viene indicata ancora una volta come la provincia italiana dove si vive meglio. Il capoluogo lombardo mantiene il vertice grazie alla dotazione di servizi, al livello di reddito, alla gestione delle infrastrutture e alla vivacità del tessuto produttivo. Milano, però, si posiziona all’ultimo posto per la sicurezza. A completare il podio si confermano Bolzano e Bologna, che seguono Milano nella parte alta della graduatoria.
L’indagine si fonda su 92 indicatori statistici, organizzati in nove macro-aree di valutazione: Affari e Lavoro, Ambiente, Istruzione, Popolazione, Reati e Sicurezza, Reddito e Ricchezza, Salute, Sicurezza Sociale e Turismo e Cultura. I punteggi attribuiti a ciascuna provincia derivano dall’analisi combinata di questi parametri, che mirano a restituire un quadro complessivo del benessere materiale e della qualità dei servizi.
Il rapporto segnala anche un peggioramento tendenziale del quadro generale. La qualità della vita viene giudicata “buona o accettabile” solo in 60 province su 107, un risultato inferiore rispetto a quello registrato negli ultimi anni e interpretato come indice di una fase di arretramento, sia sul fronte economico sia su quello sociale.
In questo contesto, la posizione di Taranto nella parte bassa della classifica assume un valore particolarmente significativo, inserendosi in un trend che continua a penalizzare molte realtà del Mezzogiorno.