Network Contacts
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Il Tribunale di Trani ha accolto il ricorso dei sindacati e annullato il contratto applicato ai circa 500 lavoratori della Network Contacts di Taranto, riconoscendo l’atteggiamento antisindacale da parte dell’azienda che aveva modificato unilateralmente il contratto collettivo senza il necessario confronto con le organizzazioni sindacali.

A commentare la sentenza è Tiziana Ronsisvalle, segretaria generale della SLC CGIL di Taranto, che ha parlato di una “vittoria di dignità per i lavoratori dopo un intero inverno di lotte, sit-in, carte bollate e ricorsi. Dal prossimo mese, i dipendenti della società, oltre 6.000 in tutta Italia, torneranno al Contratto Collettivo Nazionale delle Telecomunicazioni, sottoscritto dai sindacati confederali e maggiormente rappresentativi”.

“Il cambio è avvenuto unilateralmente e il giudice ha riconosciuto la condotta antisindacale per riequilibrare la posizione dei lavoratori, tutelata dal sistema di rappresentanza - spiega Ronsisvalle -. La nostra voce è stata esclusa quando, tra gennaio e febbraio 2025, il contratto fu cambiato senza preavviso costringendoci a scioperi e sit-in”.

Nella sentenza, il Tribunale ha evidenziato come l’applicazione del nuovo CCNL BPO, introdotto senza il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali impegnate nel rinnovo del CCNL TLC, abbia violato l’obbligo di confronto tra azienda e sindacati, richiesto dalla normativa in materia di relazioni industriali.

“Oggi l’azienda continua a difendere un contratto che noi definiamo “pirata” - aggiunge Ronsisvalle -, frutto di arbitrarietà e di assenza di rappresentanza, che ha riportato indietro i diritti dei lavoratori di almeno vent’anni”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della CGIL di Taranto: “Grazie a questa sentenza vengono ripristinati i diritti contrattuali dei lavoratori, ma il Governo Meloni continua a ignorare la necessità di una legge sulla rappresentanza, costringendoci a ricorrere ai tribunali per difendere diritti che dovrebbero essere garantiti per legge”.