Rosa D'Amato, eurodeputata Verdi Europei
Rosa D'Amato, eurodeputata Verdi Europei

Rosa D’Amato, portavoce di Alleanza Verdi e Sinistra Taranto, ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) chiarimenti ufficiali sulla prescrizione sanitaria n. 2 contenuta nel decreto di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dello stabilimento Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria.

La richiesta, trasmessa anche per conoscenza all’Istituto Superiore di Sanità, alla Regione Puglia, alla Provincia di Taranto e al Comune, riguarda in particolare la Valutazione di Impatto Sanitario (VIS), che deve essere completata e validata in base alle osservazioni formulate dall’ISS.

“Non è una semplice formalità tecnica - ha dichiarato D’Amato -. La prescrizione n. 2 tocca il cuore della questione: la salute dei cittadini e la legittimità stessa dell’AIA. Se questa non è stata ottemperata, il provvedimento non può considerarsi valido”.

Secondo la rappresentante di AVS, la mancata validazione della VIS renderebbe di fatto privo di fondamento sanitario l’intero impianto autorizzativo, richiamando quanto già segnalato dal Parere Istruttorio Conclusivo del Ministero.

“Vogliamo sapere subito se la prescrizione è stata adempiuta - aggiunge D’Amato -. La popolazione di Taranto non può vivere nell’incertezza su un tema tanto cruciale. Se la Valutazione di Impatto Sanitario non è stata completata, l’AIA non può essere considerata pienamente legittima”.

Nel documento, D’Amato ha inoltre evidenziato altre prescrizioni a breve scadenza: la garanzia finanziaria R10 per il recupero ambientale (n. 3), l’aggiornamento dei Piani di Gestione delle Polveri PG1+PG2 (n. 199), la descrizione completa degli scarichi (n. 92) e lo studio di fattibilità per la gestione delle condense dei gas industriali (n. 436).

La portavoce di AVS ha infine richiesto che tutti i documenti relativi a tali prescrizioni vengano resi pubblici sui portali del MASE, dell’ISS e degli enti di controllo.

“È una questione di trasparenza e di giustizia ambientale. Taranto ha già pagato un prezzo altissimo: non può permettersi altri silenzi o omissioni istituzionali”, ha concluso D’Amato.