Renexia lascia Taranto, UIL Trasporti: “Persa altra occasione di sviluppo”
Carmelo Sasso: “Sfuma un progetto da 500 milioni e 1.500 posti, colpa dell’immobilismo”

La decisione di Renexia di abbandonare il progetto per la realizzazione di una fabbrica di turbine eoliche nel porto di Taranto rappresenta una nuova battuta d’arresto per lo sviluppo industriale e occupazionale del territorio.
L’investimento, stimato in 500 milioni di euro, prevedeva la creazione di circa 1.500 posti di lavoro tra diretti e indiretti, con la produzione di turbine eoliche flottanti destinate al parco offshore di Med Wind nell’area di Trapani.
Per Carmelo Sasso, segretario generale della UIL Trasporti Taranto, si tratta di “una grande occasione persa per il porto e per la città”. L’investimento avrebbe rappresentato anche un’opportunità di ricollocamento per circa 300 lavoratori ex TCT, da anni in attesa di una prospettiva stabile. “Abbiamo lavorato per ottenere fondi per la formazione e la riqualificazione, ma senza linee di sviluppo chiare quei fondi restano bloccati. I lavoratori aspettano risposte concrete”, ha aggiunto Sasso.
Secondo il sindacato, la scelta di Renexia di spostare il progetto in Abruzzo è stata determinata da ritardi e incertezze istituzionali. “La politica locale non ha saputo definire i termini dell’insediamento, né rivedere la concessione del Molo Polisettoriale o proporre alternative valide all’interno del porto. L’immobilismo e la mancanza di chiarezza hanno scoraggiato gli investitori, nonostante l’interesse e il protocollo d’intesa firmato nel 2024 con il Ministero delle Imprese”, ha sottolineato Sasso.
Il segretario ha ricordato che il progetto avrebbe completato la filiera dell’eolico offshore nel porto ionico, rafforzando la competitività di Taranto a livello nazionale. “Invece, ancora una volta, i progetti di sviluppo restano parole e promesse non mantenute. È indispensabile creare una cabina di regia con sindacati, Comune, Provincia e Autorità Portuale per uscire dalla crisi del porto”, ha ribadito.
Sulla stessa linea il coordinatore territoriale Gennaro Oliva, che ha evidenziato la gravità della situazione occupazionale: “Taranto detiene il record nazionale di ore di cassa integrazione. Si contano più ex lavoratori di aziende delocalizzate che addetti ancora in attività. Da anni si parla di fondi e progetti, ma quando si tratta di attrarre grandi investimenti, questi finiscono altrove. Chiediamo alla politica di abbandonare lo scontro sterile e di puntare tutto sul futuro della città”.
Il caso Renexia segna dunque un altro duro colpo alle speranze di rilancio del porto e del tessuto industriale di Taranto, che rischia di restare ancora una volta ai margini dei grandi processi di sviluppo.