È stato presentato in anteprima nazionale al Cinema Barberini di Roma il docufilm “Non chiamatelo Call Center”, prodotto da LuckyHorn Entertainment in collaborazione con TP Italia. Un racconto autentico e coinvolgente che, attraverso lo sguardo di una giovane donna, narra la rivoluzione culturale e imprenditoriale di un’azienda che ha scelto di mettere al centro le persone.

Dopo la proiezione, il giornalista RAI Mattia Iovane ha moderato il dibattito con Diego Pisa, CEO di TP Italia, Gianluca Bilancioni, CFO e direttore HR, la giornalista Maristella Massari e il regista Marco Fanizzi.

Un racconto di trasformazione e riscatto

“Non chiamatelo Call Center” ripercorre l’evoluzione di TP Italia, realtà con sedi a Taranto e Fiumicino che oggi conta oltre 2000 dipendenti e si è affermata come una delle aziende italiane più innovative nel settore dei servizi di customer experience e digitalizzazione. Nel 2025 la società è stata riconosciuta come “Best Workplace” nella classifica Great Place to Work® per le aziende con oltre 1000 dipendenti.

“Questo documentario non è un’operazione di immagine, ma un atto di trasparenza”, afferma Diego Pisa. “Raccontiamo il coraggio e la determinazione di un cambiamento profondo, che ha posto le persone al centro del nostro modello di business“.

Gea, il volto del Sud che cambia

La protagonista, Gea, è una giovane romana che sceglie di trasferirsi a Taranto per lavorare in un’azienda che sa ascoltare. Il suo percorso diventa metafora di un Mezzogiorno che riscopre sé stesso, oltre i pregiudizi e la monocultura industriale. Il film intreccia la sua storia con le testimonianze di voci del territorio, tra cui don Alessandro Argentiero, Teresa Tatullo, Piero Romano e Fiorella Tosoni, simboli di impegno sociale e culturale.

Innovazione, welfare e umanità

Il film mette in luce il nuovo modello aziendale di TP Italia, fondato su ascolto, welfare e innovazione. Tra le iniziative citate: lo sportello psicologico per dipendenti e famiglie, l’accordo sullo smartworking strutturale, i progetti sociali nei quartieri di Taranto e l’uso dell’intelligenza artificiale come supporto al lavoro umano.

“La scelta del titolo è un manifesto – spiega Marco Fanizzi – TP Italia non è più un call center, ma una piattaforma di servizi che valorizza l’esperienza umana, il rispetto e la crescita professionale“.

In pochi anni, la trasformazione ha portato risultati concreti: assenteismo ridotto dal 12 al 3%, bilanci in attivo dal 2021 e riconoscimenti internazionali per la qualità dell’ambiente di lavoro.

Un film manifesto

Scritto e diretto da Marco Fanizzi, con la partecipazione di Diego Pisa, Gianluca Bilancioni, Maristella Massari, Claudio Brachino e Gea Villa, il docufilm è un racconto di riscatto collettivo e orgoglio meridionale.

“Non chiamatelo Call Center” è, come sottolinea la produzione, “più di un documentario: è un manifesto di un Sud che cambia, di un’impresa che ascolta e di un lavoro che costruisce comunità.”