Internalizzazioni Comune di Taranto, intervengono i sindacati confederali

Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltrasporti e Uiltucs

CRONACA
31.03.2023 21:45

Come intende il Comune di Taranto affrontare le sfide relative al tema della sostenibilità, insite anche nella programmazione dei fondi del PNRR, se continua ad avere una macchina amministrativa sottodimensionata (900 dipendenti circa su una richiesta di pianta organica di 1500 – ndr) e soprattutto continua a scaricare mansioni di pubblica utilità (asili nido, ristorazione scuole, patrimonio, parcheggi, pulizie, tributi, servizi socio assistenziali) sulle spalle di lavoratori precari?

E’ la domanda che si pongono i segretari della FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UIL Trasporti e UILTUCS di Taranto, che mettono all’attenzione dell’opinione pubblica la condizione di una platea di oltre 500 lavoratori degli appalti comunali impegnati con contratti diversi in mansioni assolutamente indispensabili e che pertanto meriterebbero l’internalizzazione del servizio in ambito pubblico.

Parliamo di oltre 500 lavoratori attualmente censiti attraverso la nostra azione sindacale – dicono Paola Fresi (FILCAMS CGIL), Luigi Spinzi (FISASCAT CISL), Carmelo Sasso (UIL Trasporti) e Luigi Galiano (UILTUCS) - ma temiamo che nella condizione di lavoratori precari e sottopagati nel perimetro degli appalti comunali ce ne siano ancora molti altri.

E così mentre si annuncia, attraverso l’interlocuzione parziale con questa o quella organizzazione sindacale una ipotesi di internalizzazione per lavoratori e lavoratrici impegnati all’interno di servizi per l’infanzia, rischiano di rimanere assenti all’appello lavoratori che godono degli stessi pre-requisiti e vivono nelle stesse condizioni, caso mai da oltre vent’anni, come ad esempio i lavoratori impegnati all’interno dei parcheggi AMAT/Kyma Mobilità, oppure i lavoratori impegnati nell’accertamento e riscossione dei tributi minori, per non parlare dei lavoratori impiegati nella refezione scolastica, nei servizi socio sanitari, custodia e manutenzione immobili.

Il Comune, e il primo cittadino in particolare, scelgono le interlocuzioni e di fatto escludono dalle dinamiche di questa governance pubblica, non solo intere organizzazioni sindacali, ma soprattutto i lavoratori – dicono – Creando l’ingiusta classifica con lavoratori di serie A e lavoratori di serie C, o D che non hanno neanche diritto ad una interlocuzione autorevole.

Sollecitiamo, pertanto, il Comune ad accelerare i percorsi di internalizzazione, condividendolo con le organizzazioni sindacali di categoria e coinvolgendo tutti i servizi in appalto e, conseguentemente, tutti i lavoratori impiegati evitando di creare vie preferenziali verso le ragioni di alcuni secondo un principio che non sa di democrazia, giustizia e collettività. (Comunicato stampa)

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