Rosa D’Amato e Gregorio Mariggiò
Rosa D’Amato e Gregorio Mariggiò

“Il Governo Meloni si è reso responsabile di un atto di totale incoscienza, cancellando il finanziamento destinato alla pulizia del quartiere Tamburi di Taranto. Si tratta di una decisione gravissima che mette a rischio la salute dei cittadini e soprattutto dei bambini che frequentano le scuole a ridosso dello stabilimento ex Ilva”.

È quanto dichiarano Rosa D’Amato, commissaria regionale di Europa Verde/Alleanza Verdi e Sinistra, e Gregorio Mariggiò, coordinatore provinciale della stessa formazione politica, dopo la mancata conferma del contributo annuale di 800mila euro previsto in sede di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per Acciaierie d’Italia.

Secondo i rappresentanti di EV/AVS, la scelta del Governo e dei ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico comporta il venir meno delle risorse destinate alla pulizia e alla bonifica del quartiere Tamburi, storicamente il più esposto alle polveri e alle contaminazioni provenienti dall’area industriale.

“Mentre il Governo volta le spalle a Taranto, le polveri rosse continuano a depositarsi su case, scuole e strade, lasciando la città senza fondi per gli interventi di messa in sicurezza ambientale indispensabili a tutelare la salute pubblica”, affermano D’Amato e Mariggiò, che chiedono al Ministro dell’Ambiente e al Ministro delle Imprese e del Made in Italy di “rimediare immediatamente a questa decisione irresponsabile e di ripristinare i fondi per la bonifica e la tutela del quartiere Tamburi”.

Gli esponenti di EV/AVS sollecitano inoltre Regione Puglia e Provincia di Taranto a sostenere il Comune di Taranto nella ricerca di risorse alternative per garantire la continuità degli interventi e la protezione della popolazione.

“Occorre tutelare i tredici lavoratori impegnati nella pulizia delle scuole del quartiere, che tra pochi giorni rischiano di restare senza stipendio e senza tutele. È inaccettabile l’indifferenza verso il loro destino e verso quello degli abitanti dei Tamburi”, concludono Rosa D’Amato e Gregorio Mariggiò.