Boccia: “Suicidio assistito non è fatto privato, legge da modificare subito”
“La sentenza della Consulta è chiara, il Sistema Sanitario Nazionale deve accompagnare le persone più fragili”

Francesco Boccia, presidente dei senatori del Partito Democratico, ha commentato la recente sentenza della Corte Costituzionale in materia di suicidio assistito, sottolineando la necessità di una revisione del testo attualmente in discussione al Senato. Secondo Boccia, il verdetto della Consulta afferma in modo inequivocabile che il fine vita non può essere oggetto di privatizzazione e che il Servizio Sanitario Nazionale deve svolgere un ruolo attivo nella procedura.
“La Corte ci dice con chiarezza che la persona ha il diritto di essere accompagnata dal servizio sanitario nazionale nella procedura di suicidio assistito - ha dichiarato Boccia -. Un diritto che si traduce in un obbligo per lo Stato, chiamato a garantire tutela e assistenza soprattutto alle persone più fragili”.
Alla luce della pronuncia della Consulta, Boccia ritiene che il testo di legge attualmente all’esame della commissione del Senato, la cui discussione riprenderà a settembre, dovrà necessariamente essere modificato. In particolare, il senatore invoca l’inserimento esplicito del coinvolgimento del SSN come condizione imprescindibile per garantire una normativa coerente con i principi costituzionali e con le esigenze dei cittadini.
“Come già sostenuto anche dal nostro senatore Alfredo Bazoli, serve una legge di civiltà, che non lasci spazio a soluzioni individuali ma riconosca il ruolo pubblico nella fase più delicata della vita”, ha aggiunto Boccia.
Secondo il PD, la sentenza rappresenta un passaggio determinante per riaffermare la centralità del sistema pubblico nella gestione del fine vita, imponendo un adeguamento normativo che tenga conto delle indicazioni della Corte e del diritto delle persone a ricevere assistenza in ogni fase della malattia.