Fabio Matacchiera
Fabio Matacchiera

“Il rigassificatore nel porto di Taranto rappresenterebbe un pericolo concreto per la sicurezza nazionale e internazionale”. A denunciarlo è Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina Onlus, che interviene nel dibattito sul possibile arrivo di una nave rigassificatrice destinata ad alimentare i futuri forni elettrici delle Acciaierie d’Italia.

“Le navi rigassificatrici metterebbero sotto scacco il porto militare di Taranto e la base Nato in caso di conflitto bellico… e non solo!”, afferma Matacchiera sottolineando i rischi derivanti dalla presenza di gas naturale liquefatto a elevata pressione in prossimità di aree strategiche. “Il governo italiano e le forze alleate dovrebbero valutare con attenzione il potenziale pericolo derivante dall’attracco di queste navi destinate all’ex Ilva”, aggiunge.

Particolarmente preoccupante, secondo il presidente del Fondo, sarebbe la vulnerabilità dell’impianto stesso: “Basterebbe un piccolo drone per causare un’esplosione devastante, con effetti a lunghissimo raggio sulla città e sulla base militare”. Un rischio che, secondo Matacchiera, dovrebbe indurre un ripensamento anche da parte delle autorità locali. “Questo è il tema su cui dovrebbe soffermarsi il sindaco Piero Bitetti”, dichiara.

Il rigassificatore, promosso dal ministro delle Imprese Adolfo Urso come infrastruttura chiave per il processo di decarbonizzazione dell’ex Ilva, incontra resistenze crescenti: Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto e Comune di Statte hanno già espresso un parere negativo. Le organizzazioni sindacali, però, temono che l’intero piano di rilancio dello stabilimento siderurgico possa fallire in assenza di una soluzione energetica alternativa, con conseguenze pesanti sull’occupazione.

Il Fondo Antidiossina chiede un confronto pubblico più ampio che includa anche la questione strategica della sicurezza, al di là degli aspetti industriali ed economici. La proposta è chiara: valutare ogni rischio connesso all’installazione del rigassificatore e tutelare il territorio ionico da potenziali minacce che riguardano l’intera comunità.