Bruno: “Vendemmia record in Puglia, ma pesano stock e mercati difficili”
Il presidente di Confagricoltura Puglia: “Serve un impegno più incisivo e strategico da parte dei Consorzi di valorizzazione”

La vendemmia 2025 in Puglia segna una netta ripresa: secondo le stime di Confagricoltura Puglia, la produzione raggiunge gli 11 milioni di ettolitri, con un incremento medio del 15-20% per il Primitivo rispetto all’anno precedente. Un risultato che riscatta il tracollo del 2023, quando i volumi si erano fermati a 6,9 milioni di ettolitri (-37%) a causa di condizioni climatiche sfavorevoli e della peronospora.
La regione si conferma la seconda in Italia per quantità di vino prodotta e la terza per superficie vitata (93mila ettari). Il comparto conta oltre 2.300 addetti distribuiti in circa 400 imprese, con un patrimonio di 38 vini certificati DOP e IGP.
Sul fronte dell’export, però, la Puglia resta indietro: nonostante qualità e varietà, la regione si posiziona solo al nono posto nazionale, dietro Veneto, Toscana, Piemonte, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia. Nel primo semestre 2025 le esportazioni hanno toccato i 114 milioni di euro (+5,7% sul 2024), con Germania, Svizzera, Albania e Regno Unito come principali mercati.
Antonello Bruno, presidente di Confagricoltura Puglia, sottolinea l’urgenza di un cambio di passo: “Serve un impegno più incisivo e strategico da parte dei consorzi di valorizzazione. Finora il loro contributo alla promozione del vino pugliese è stato inferiore alle aspettative e alle potenzialità del territorio”.
Tra le criticità emergono anche le eccedenze. Al 31 luglio 2025 nelle cantine italiane erano stoccati 39,8 milioni di ettolitri di vino, di cui 3,72 milioni in Puglia. Le denominazioni più presenti risultano IGP Puglia (1,38 milioni) e IGP Salento (890mila ettolitri). Una quantità che rischia di comprimere i prezzi e penalizzare i produttori.
La sfida passa anche dall’innovazione, con l’avanzata dei vini dealcolati destinati a intercettare nuovi mercati, in particolare in Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Paesi a maggioranza musulmana. Tuttavia, Confagricoltura ribadisce che il cuore del comparto deve restare il vino tradizionale, valorizzando i vitigni autoctoni come leva di competitività.
“Occorrono un piano strutturato per gestire le eccedenze, più risorse per l’internazionalizzazione e agevolazioni fiscali per la sostenibilità. Solo integrando tradizione e innovazione il vino pugliese potrà consolidare la sua presenza sui mercati internazionali” conclude Bruno.