Ex Ilva, accordo con Flacks Group: investimenti da 5 miliardi
Ad annunciarlo il fondo statunitense su LinkedIn: il Governo italiano resta socio al 40%, ma i sindacati sono perplessi

Il Flacks Group ha annunciato di aver raggiunto un accordo con il Governo italiano per l’acquisizione dell’ex Ilva, il più grande impianto siderurgico integrato d’Europa. L’annuncio è stato diffuso attraverso un post pubblicato sulla pagina LinkedIn del gruppo statunitense.
Secondo quanto comunicato, l’operazione è finalizzata a garantire la continuità industriale dello stabilimento e il sostegno occupazionale di circa 8.500 lavoratori. “Questa acquisizione garantisce il futuro a lungo termine di una piattaforma industriale storica e rafforza le catene di approvvigionamento europee fondamentali per i settori automobilistico, edile e delle infrastrutture”, si legge nella nota del gruppo che annuncia un piano di investimenti fino a 5 miliardi di euro.
Il programma industriale prevede interventi di modernizzazione degli impianti, con particolare attenzione all’elettrificazione e all’ammodernamento dei forni, nell’ottica della decarbonizzazione, dell’efficienza produttiva e della crescita sostenibile. Nell’assetto societario delineato, il Governo italiano manterrà un ruolo di partner strategico con una quota del 40%, mentre il Flacks Group avrà un’opzione per acquisire in futuro un ulteriore 40%, a conferma di una partnership industriale di lungo periodo.
“Questa transazione mette al primo posto le persone. Il nostro obiettivo è investire a lungo termine, modernizzare in modo responsabile e garantire un futuro duraturo a questo storico stabilimento siderurgico”, ha dichiarato Michael Flacks, fondatore e presidente del gruppo.
Sul piano procedurale, i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e dell’Ilva in amministrazione straordinaria hanno avviato una fase di trattativa esclusiva con il gruppo statunitense. Secondo fonti vicine al dossier, “inizia ora una fase di negoziato intenso unilaterale” basata sulla proposta del fondo americano, che potrebbe subire modifiche, in particolare sulla definizione della quota di partecipazione pubblica, indicata al momento al 40%.
Il piano presentato prevede investimenti complessivi per 5 miliardi di euro e il mantenimento di oltre 8mila posti di lavoro. Una volta conclusa la trattativa tra i commissari e l’azienda, la proposta definitiva sarà sottoposta al governo, che dovrà decidere se procedere con l’assegnazione. L’obiettivo indicato dal ministro delle Imprese Adolfo Urso è di chiudere l’operazione, in caso di esito favorevole, entro il primo quadrimestre del 2026.
Non si è fatta attendere la reazione dei sindacati. Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom Cgil, ha espresso forti perplessità sull’iter avviato. “È inaccettabile che le trattative avvengano con fondi speculativi alle spalle dei lavoratori”, ha dichiarato chiedendo la costituzione di una società a maggioranza pubblica per garantire continuità industriale, decarbonizzazione e tutela occupazionale.