Il porto mercantile di Taranto (foto Massimo Todaro)
Il porto mercantile di Taranto (foto Massimo Todaro)

Tutti i marittimi attualmente imbarcati sulla Corona Boreale, ormeggiata nel porto di Taranto, hanno conferito mandato formale allo studio legale Fabio Altese per rappresentare una serie di contestazioni in merito alla comunicazione, avvenuta in via informale da parte di dirigenti dell’ADI Servizi Marittimi in A.S., relativa al disarmo temporaneo della nave previsto per il 5 agosto 2025 e al conseguente sbarco dell’equipaggio.

“È la seconda volta che viene disposto lo sbarco dei marittimi con un preavviso minimo, in periodi particolarmente sensibili come maggio e agosto”, si legge nella nota trasmessa all’Autorità Marittima competente. La prima comunicazione, risalente al 1° maggio 2025, aveva previsto lo sbarco per il 5 maggio, ma la procedura non venne mai eseguita.

A seguito di quella vicenda, l’Autorità Marittima di Taranto aveva dichiarato che alla data indicata “non era stata formalmente avviata alcuna procedura di disarmo né disposto lo sbarco del personale marittimo imbarcato a bordo della motonave”.

Nella stessa comunicazione, l’Autorità richiamava una valutazione tecnica del RINA del 19 marzo 2025, che attestava la piena idoneità strutturale e la sicurezza della Corona Boreale in ambito portuale, confermandone la galleggiabilità e l’assenza di rischi per la navigazione e per l’ambiente marino.

Il legale dei marittimi evidenzia che “allo stato attuale, non risulta che la motonave versi in condizioni diverse da quelle descritte dal RINA” e contesta il passaggio da un servizio di guardia a bordo, precedentemente autorizzato, a un presunto servizio da svolgersi da terra. Tale cambiamento sarebbe testimoniato dalla chiusura dei servizi igienici a bordo della nave.

Viene inoltre richiamata un’ulteriore affermazione contenuta nella nota del 6 maggio: “Una volta formalizzato il disarmo, la società armatrice sarà tenuta a garantire la piena osservanza delle misure di sicurezza […] compreso il pericolo di sversamento di sostanze proibite nelle acque portuali”. Tali misure, sottolinea il legale, presuppongono la presenza di personale marittimo in regime di comandata, regolarmente inquadrato secondo il CCNL di categoria e le norme di settore.

I dirigenti dell’ADI Servizi Marittimi in A.S., al contrario, avrebbero riferito ai membri dell’equipaggio che l’Autorità Marittima avrebbe autorizzato un regime di guardia “atipico”, senza contratto di arruolamento ma con la sottoscrizione di una generica “lettera di incarico”. Il legale ribadisce che “i marittimi iscritti al registro della gente di mare non sono né operai specializzati né lavoratori autonomi” e che “qualsiasi forma di comandata che esuli dal quadro normativo vigente deve considerarsi illegittima”.

Alla luce di tali elementi, si chiede all’Autorità Marittima di chiarire:

  • se l’ADI Servizi Marittimi in A.S. abbia formalizzato la procedura di disarmo e disposto lo sbarco del personale;
  • se la nave presenti attualmente condizioni strutturali idonee a prevenire rischi per navigazione e ambiente;
  • se e con quali modalità il servizio di guardia debba essere svolto;
  • quale sia il numero minimo di marittimi da impiegare, con indicazione delle relative qualifiche;
  • se il personale impiegato debba sottoscrivere un regolare contratto di arruolamento, con piena tutela retributiva, contributiva, assicurativa e previdenziale.

Viene inoltre chiesto al Ministero competente e ai commissari straordinari dell’ex Ilva di chiarire se l’ADI Servizi Marittimi in A.S., gestore delle navi con contratto d’affitto, sia legittimata a decidere autonomamente sul disarmo delle unità, come la Corona Boreale, che continuerebbero a far parte del patrimonio dell’Ilva.

Alla luce delle circostanze, il legale ha formalmente richiesto all’ADI Servizi Marittimi in A.S. e alle Autorità Marittime competenti di “sospendere la procedura di disarmo e lo sbarco finché non saranno chiariti tutti gli aspetti legati alla posizione lavorativa dei marittimi”. Fino ad allora, “i marittimi assistiti non firmeranno davanti all’Autorità Marittima alcuno sbarco per disarmo”.