A seguito del violento scoppio e incendio verificatosi nella giornata di mercoledì 7 maggio 2025 all’AFO 1 delle Acciaierie d’Italia (ex ILVA), Rocco Suma, responsabile provinciale dell’associazione Consumatori Italiani, ha indirizzato una lettera formale al prefetto di Taranto, sollevando interrogativi sulla gestione dell’emergenza e sull’applicazione dei Piani di Emergenza Esterni previsti dalla normativa vigente.

Nella nota, Suma evidenzia come nessuno dei dispositivi di allerta previsti dalla Direttiva Seveso III sia stato attivato, nonostante l’evento abbia comportato alte fiamme e dispersione di fumi potenzialmente nocivi. “Non vi è stato alcun allarme, né indicazioni su cosa i cittadini avrebbero dovuto fare per proteggersi”, scrive Suma sottolineando che la popolazione è stata lasciata senza informazioni né istruzioni operative.

La Direttiva Seveso (D.Lgs. 105/2015), che regolamenta la gestione degli incidenti rilevanti connessi ad attività industriali a rischio, prevede l’aggiornamento biennale dei Piani di Emergenza Esterni, redatti e detenuti dagli uffici prefettizi, in coordinamento con le aziende coinvolte. “Se il documento esiste perché non è stato reso noto ai cittadini prima dell’incidente?”, chiede Suma.

Il legale richiama il dovere di preparare la cittadinanza in via preventiva, ponendo domande puntuali: “Servivano maschere? Quali maschere? Dove era l’allerta? La memoria di Seveso non dovrebbe essere solo un nome”.

Suma conclude chiedendo al Prefetto un riscontro formale e sollecito, invocando maggiore trasparenza, responsabilità e tutela della salute pubblica in un contesto industriale da anni sotto osservazione per i suoi impatti ambientali e sanitari.