Le sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero nazionale di 4 ore in tutti gli stabilimenti del gruppo ex Ilva-Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria. La mobilitazione è fissata per martedì 21 maggio, in concomitanza con la riunione del tavolo permanente sull’ex Ilva convocato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri su richiesta dei sindacati.

La decisione arriva in un momento particolarmente delicato, segnato dal grave incidente avvenuto la scorsa settimana nello stabilimento di Taranto e dall’annuncio del raddoppio della cassa integrazione in diversi reparti produttivi.

“Lo sciopero è una risposta all’insostenibile clima di incertezza che grava su migliaia di lavoratori” spiegano i sindacati, che chiedono al governo azioni concrete su salute, ambiente e occupazione. In base all’esito del confronto previsto a Palazzo Chigi, si valuteranno ulteriori iniziative.

Proseguono i negoziati don Baku Steel

Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha confermato che i negoziati con Baku Steel proseguono, pur con la necessità di rivedere il piano industriale alla luce dei recenti sviluppi. A pesare, oltre all’incidente e alla cassa integrazione, anche l’annullamento da parte del Consiglio di Stato della gara per l’impianto di preridotto, elemento chiave della transizione verso una siderurgia più sostenibile. Parallelamente, il movimento Giustizia per Taranto ha indirizzato una lettera ai potenziali acquirenti, tra cui Baku Steel, Baosteel e Jindal, avvertendoli della pericolosità degli impianti e della scarsa redditività del sito.

Indotto: 15 progetti con potenziale occupazionale di oltre 5.000 posti di lavoro

Intanto, Urso ha annunciato l’avvio di un tavolo dedicato all’indotto e ha presieduto un incontro con imprese e istituzioni per delineare una strategia di sviluppo industriale per Taranto. In quell’occasione sono stati presentati 15 progetti con un potenziale occupazionale di oltre 5.000 posti di lavoro, tra cui attività legate alla carpenteria metallica, nautica di lusso, energia rinnovabile e data center.

Il rilancio dell’area industriale, tuttavia, richiede investimenti mirati e percorsi di formazione per rispondere alla domanda di nuove competenze. Nel frattempo, per i sindacati, la priorità resta la tutela dei posti di lavoro e della sicurezza degli impianti.