Brigadiere ucciso, Giannattasio nascondeva un vero e proprio arsenale
Perquisizione e sequestri a San Giorgio Jonico, in casa e nella ferramenta del 57enne

Proseguono senza sosta le indagini per individuare i responsabili del ferimento mortale del Brigadiere Capo Carlo Legrottaglie, ucciso in un conflitto a fuoco il 12 giugno nelle campagne tra Taranto e Brindisi.
Nella tarda mattinata di venerdì 13 giugno, una vasta operazione congiunta tra personale della Questura di Taranto e del Comando Provinciale dei Carabinieri ha portato all’arresto di Camillo Giannattasio, 57enne di San Giorgio Jonico (Taranto), ritenuto coinvolto nel possesso di un arsenale di armi clandestine e munizioni.
Durante le ricerche avviate tra le province di Taranto e Brindisi, gli agenti del Commissariato di Grottaglie hanno ricevuto una segnalazione su due uomini che si aggiravano a piedi in contrada Monache. L’ipotesi che potessero trattarsi dei fuggitivi ha spinto le forze dell’ordine a intervenire con decisione: in pochi minuti, una pattuglia congiunta della Compagnia dei Carabinieri di Manduria ha raggiunto il luogo, dando il via a un violento conflitto a fuoco.
Uno dei due sospettati è deceduto sul posto a causa delle gravi ferite riportate, nonostante l’arrivo tempestivo del 118. Giannattasio è stato subito trasferito nella Compagnia Carabinieri di Martina Franca.
Le successive perquisizioni, effettuate dagli agenti della Squadra Mobile di Taranto e dai militari dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori Puglia, hanno interessato il domicilio dell’uomo e un esercizio commerciale di sua proprietà. Il blitz ha portato al sequestro di numerose armi modificate e clandestine, munizioni di vari calibri, dispositivi per il travisamento, targhe automobilistiche e telefoni cellulari.
Tra i reperti sequestrati anche una pistola semiautomatica Beretta modello 98/FS calibro 9x21 con matricola abrasa, che secondo gli inquirenti potrebbe essere stata utilizzata nella precedente sparatoria in cui ha perso la vita il brigadiere Legrottaglie.
