Taranto: ‘Carta Risparmio’, l’impegno di Inps e Comune per il bonus

CRONACA
13.06.2023 23:13

Continua il lavoro sinergico condotto da Inps e Comune di Taranto per l’attivazione del bonus “Carta risparmio”, previsto dal decreto emesso lo scorso aprile dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Grazie al coordinamento di entrambi gli enti, attivato dietro impulso della consigliera comunale Elena Pittaccio con il coinvolgimento della direzione generale della sede tarantina dell’Inps e della direzione Servizi Sociali del Comune, la misura è stata avviata in tempi record, perseguendo uno degli obiettivi primari della mission politica dell’amministrazione Melucci: la tutela delle fasce più deboli.

Il bonus prevede un contributo economico una tantum per nucleo familiare, di importo complessivo pari a 382,50 euro, erogato attraverso una carta elettronica di pagamento, prepagata e ricaricabile, rilasciata da Poste Italiane per il tramite della società controllata Postepay. Le carte, assegnabili in numero complessivo pari a 1,3 milioni, vengono consegnate agli aventi diritto negli uffici postali abilitati al servizio, sono nominative e saranno rese operative a partire dal prossimo mese di luglio. La mancata effettuazione del primo pagamento entro il successivo 15 settembre ne comporterà la non fruibilità, con la conseguente decadenza del beneficio.

Il contributo è destinato all’acquisto dei soli beni alimentari di prima necessità (come indicati nell’allegato 1 del decreto interministeriale) e può essere speso in tutti gli esercizi commerciali che vendono generi alimentari, aderenti ad apposita convenzione. L’accesso al servizio sarà reso disponibile ai Comuni nel portale dell’istituto previdenziale attraverso il seguente percorso: https://www.inps.it/it/it/area-tematica-inps-e-i-comuni.html ovvero accedendo all’area tematica “Inps e i Comuni” alla voce servizi al cittadino.

Il bonus non sarà garantito ai nuclei familiari che alla data di entrata in vigore del decreto includano titolari di reddito di cittadinanza, di inclusione o qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà. Non spetta, inoltre, ai nuclei familiari nei quali almeno un componente sia percettore di Naspi e Dis-Coll, indennità di mobilità, fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito, cassa integrazione guadagni e qualsivoglia differente forma di integrazione salariale, o di sostegno nel caso di disoccupazione involontaria, erogata dallo Stato.

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