Seconda vittoria consecutiva in trasferta per il Taranto di Gigi Panarelli, che espugna il campo del Gallipoli al termine di una gara più complessa di quanto possa raccontare il risultato. Come già accaduto a Taurisano, i rossoblù hanno colpito nel finale, piegando un avversario capace di contenere, ma poco incisivo negli ultimi metri.

Il reparto offensivo continua a regalare entusiasmo ai tifosi. Loiodice si conferma determinante nel doppio ruolo di rifinitore e finalizzatore, mentre il rientrante Aguilera ha raggiunto quota dieci gol in dieci partite, numeri che parlano da soli. Con l’arrivo di rinforzi di prima fascia, il Taranto è ora chiamato a fare un definitivo salto mentale: sentirsi la squadra più forte del torneo e archiviare qualsiasi alibi.

La partita ha ricalcato il copione già visto a Taurisano. Dopo un primo tempo di contenimento, nella ripresa il Taranto ha alzato ritmo e pressione, trovando il colpo decisivo nell’ultimo quarto d’ora. Una squadra operaia, umile, ma capace di colpire nei momenti chiave.

Resta però margine di crescita sul piano del gioco. I rossoblù devono riuscire a esprimere una manovra più rapida e incisiva, con una circolazione di palla fluida su tutto il campo, come avveniva nella gestione Danucci. La sosta natalizia potrà favorire la ricerca della giusta quadratura tattica e una maggiore intesa tra i reparti, ora finalmente ricchi di soluzioni alternative.

Il mercato non è chiuso. La società, determinata a vincere il campionato, valuta ulteriori innesti: un esterno d’attacco (il nome di Battista della Virtus Francavilla resta forte sullo sfondo) e un portiere in grado di guidare una difesa ancora da assestare.

Le sensazioni attorno al nuovo Taranto sono positive, ma Panarelli ha davanti a sé un compito chiave: far capire ai suoi calciatori che reagire alle provocazioni, protestare inutilmente o collezionare ammonizioni evitabili non porta alcun vantaggio. Serve maggiore lucidità, perché nel calcio, come spesso accade, i piedi devono andare d’accordo con la testa.