Uno scandalo da 180 milioni di euro scuote il settore dell’olio d’oliva, con radici in Spagna e conseguenze in Tunisia. La notizia, rivelata da Italia Oggi, rischia di avere riflessi pesanti anche sul mercato italiano, proprio alla vigilia di una campagna olearia attesa con ottimismo.

Si parla di riciclaggio di denaro e speculazioni finanziarie legate al commercio dell’olio, un meccanismo che, se confermato dalla magistratura, potrebbe alterare l’equilibrio dei prezzi a livello internazionale.

“Se le indiscrezioni troveranno riscontro, ci troveremmo davanti a un fatto inaudito: riciclaggio internazionale per speculare sull’olio d’oliva - ha dichiarato Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola e vicepresidente nazionale della CIA Agricoltori Italiani -. Il danno non riguarderebbe solo agricoltori spagnoli e tunisini, ma anche l’Italia e tutto il Mediterraneo”.

Gennaro Sicolo

Le previsioni per la prossima campagna parlano di stabilità produttiva complessiva, con Italia, Marocco e Tunisia in controtendenza positiva. Proprio per questo, secondo Sicolo, non ci sarebbero ragioni per un calo dei prezzi, se non l’intervento di “fenomeni opachi” legati a grandi gruppi industriali.

Per Italia Olivicola, la Tunisia deve intraprendere un percorso simile a quello italiano, puntando su qualità, tracciabilità e sostenibilità, evitando di diventare “il ventre molle del mercato oleario internazionale”.

“Come vicepresidente del Comitato consultivo del Consiglio Oleicolo Internazionale porrò la questione su questo tavolo – ha aggiunto Sicolo –. Occorre un mercato sano e competitivo, che non penalizzi i più deboli per gli interessi di pochi”.

Lo scandalo esploso alla vigilia della raccolta rischia dunque di offuscare le prospettive di un settore che, tra qualità e tradizione, resta uno dei simboli del made in Italy.