Taranto: Boccadamo, "All'esordio pensavo di non essere all'altezza"

TARANTO
Alessio Petralla
24.05.2017 14:11

Se dobbiamo vedere il bicchiere mezzo pieno dopo questa disastrosa stagione disputata dal Taranto, questo lo possiamo annoverare nel giovanissimo Antonio Boccadamo, esterno destro, che sia in coppa Italia che nelle ultime uscite di campionato da titolare, è sempre riuscito a guadagnarsi la sufficienza piena, grazie alla sua grande personalità e al suo rigore battuto alla “Totti”. Scoperto da Nico Mondino e fatto crescere da Fabio Prosperi, il Taranto dovrebbe ripartire proprio da lui…: “Devo ringraziare tanto Fabio Prosperi perché se non fosse stato per lui, che mi ha permesso di migliorare si tatticamente che tecnicamente, non sarei arrivato a questo punto. Inizialmente ero stato preso dagli Allievi poi dopo un amichevole venni chiamato nella Juniores, in cui c’era già mio fratello: da quel giorno non sono più sceso. Devo ringraziare, anche, Nico Mondino che mi scelse. Quest’estate non mi aspettavo la chiamata in ritiro”.

L’ESORDIO: “Ho esordito il 24 agosto a Fondi, in coppa Italia. Prima della partita, pensavo di non essere all’altezza ma poi è andata bene: dal primo momento ho dato tutto me stesso. E’ stata una grandissima emozione coronata dal passaggio del turno”.

IL CUCCHIAIO: “Quel giorno, nel match di coppa con il Cosenza, mi sentivo bene: ero in gran forma. Dopo i supplementari andai dal tecnico e chiesi di calciare uno dei cinque rigori. Avevo già in mente di fare il “cucchiaio”: non pensavo ne di sbagliarlo e ne alle eventuali critiche che mi sarebbero arrivate se non avessi segnato. Molti mi dissero che non andava fatto, ma sono contento perché segnai con un gran gesto tecnico”.

IL TARANTO: “Lo spogliatoio era composto da bravissime persone che dopo l’episodio dell’aggressione hanno vissuto male l’ultima parte della stagione: per loro, era difficile giocare davanti a gente che pensava che qualcuno si vendesse le partite, cosa assolutamente falsa, o che li giudicava scarsi. Si era creata tensione. Ci allenavamo sempre a mille ma la domenica non riuscivamo a raccogliere nulla. L’assenza dei tre calciatori ha fatto la sua parte: erano quelli con più personalità. Potevano darci una mano”.

LA SOCIETA’: “Dopo tutte le critiche, magari giustificate, che ricevono ogni giorno per la retrocessione stanno testimoniando che, volendo rimanere, hanno un progetto serio e che si vuol risalire. Capisco i tifosi ma a loro chiedo di restare uniti. La proprietà ci tiene, davvero, al Taranto. Bisogna avere fiducia”.

IL FUTURO: “Al momento penso solo a migliorarmi sia fisicamente che tecnicamente, in vista della prossima stagione. Mi alleno seriamente. Per quanto riguarda il mio futuro, ancora, non so niente: deciderò con la società”.

GLI ARBITRAGGI: “Dalla panchina si notavano delle cose scandalose: agli avversari veniva fischiato, praticamente, tutto. Alcuni rigori o cartellini non c’erano. Ci mettevamo le mani tra i capelli. Molti direttori di gara si mettevano a tu per tu con alcuni compagni, mentre con le altre squadre questo non accadeva. E’ ingiustificabile”.

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