Confapi: “La cozza tarantina è sicura, basta disinformazione”
“Narrazione fuorviante che danneggia l’economia: la filiera dei mitili opera nel rispetto delle norme”
“Basta con la disinformazione che continua a penalizzare il nostro territorio”. Con queste parole, la Divisione agroalimentare di Confapi Taranto interviene a seguito delle recenti dichiarazioni che hanno sollevato dubbi sulla qualità dei mitili allevati nel capoluogo ionico.
L’associazione sottolinea che “affermazioni di questo tipo generano una narrazione fuorviante, con effetti negativi non solo sull’immagine del territorio, ma anche sul lavoro di imprese, pescatori e cooperative che operano nel rispetto delle normative”.
Confapi ricorda alcuni punti fondamentali: “La stagione estiva appena conclusa ha confermato risultati positivi in termini di produzione e qualità del prodotto. Nel primo seno del Mar Piccolo vige un’ordinanza regionale che disciplina la coltivazione, imponendo il trasferimento delle cozze a fine febbraio. Sono in corso interventi di bonifica sotto la responsabilità del commissario e i controlli sanitari sono costanti. I sequestri effettuati nei casi irregolari dimostrano l’efficienza del sistema”.
“Nei tratti in cui la mitilicoltura viene svolta in conformità alla normativa, come nel secondo seno del Mar Piccolo e nel Mar Grande, non emergono criticità - precisa Confapi Taranto -. Ogni cozza destinata al consumatore viene stabulata, depurata e certificata, con documentazione verificabile in pescheria”.
“Questa errata narrazione non solo offende il lavoro quotidiano di tanti operatori seri, ma induce anche percezioni sbagliate che possono incidere negativamente su investimenti, turismo e mercato locale”, si legge nella nota.
Concludendo, la Divisione agroalimentare di Confapi Taranto invita “istituzioni e giornalisti a verificare le fonti prima di diffondere notizie potenzialmente lesive per il comparto. L’associazione, insieme all’Università, si dichiara disponibile a collaborare con incontri pubblici, visite guidate agli impianti e momenti di confronto istituzionale, affinché prevalgano dati reali e non pregiudizi”.