Il Tribunale di Taranto ha condannato il Comune capoluogo a risarcire 80 educatrici degli asili nido comunali per le differenze retributive maturate dal 2018 a oggi. La sentenza, emessa il 20 settembre 2025 dal giudice Cosimo Magazzino, riconosce che il personale educativo ha lavorato oltre l’orario previsto dal contratto nazionale senza ricevere il dovuto compenso.

L’articolo 87 del CCNL delle funzioni locali stabilisce per gli educatori un orario di 30 ore settimanali, più 5 dedicate ad attività extracurricolari. A Taranto, invece, per anni il personale è stato costretto a lavorare un’ora in più ogni giorno senza retribuzione.

La vicenda è stata portata in Tribunale dalla FP CGIL Taranto, che, attraverso l’avvocato Luca Bosco, ha ottenuto giustizia dopo le denunce di alcune lavoratrici. «Spiace constatare come questo comportamento sia andato avanti per anni, nonostante le nostre ripetute richieste di applicare correttamente il contratto», ha dichiarato Pietro Micelli, segretario aziendale della FP CGIL.

Più duro il commento del segretario generale Cosimo Sardelli, che ha ricordato come le educatrici abbiano svolto un lavoro delicato e usurante senza il giusto riconoscimento: «Non solo sono state fatte lavorare di più senza paga, ma si pensò perfino di regalare quegli standard di efficienza ai privati, senza alcun confronto con i sindacati».

Il Tribunale ha stabilito l’obbligo per il Comune di corrispondere le differenze retributive maturate e di sostenere le spese legali. Una sentenza che, secondo la CGIL, mette fine a un’ingiustizia protratta per anni e restituisce dignità a un comparto fondamentale del welfare cittadino.