Giuseppe L’Abate
Giuseppe L’Abate

La vendemmia 2025 porta con sé numeri da record per la viticoltura pugliese. Secondo le stime presentate da Unione Italiana Vini, Assoenologi e Ismea, la regione raggiungerà circa 9 milioni di ettolitri, con un incremento del 17% rispetto al 2024. Un risultato che conferma la Puglia tra i poli più importanti del vigneto Italia.

“La nostra regione si conferma una locomotiva del vino italiano”, commenta Giuseppe L’Abbate, già sottosegretario alle politiche agricole, sottolineando la resilienza e la capacità di innovazione dei viticoltori nonostante le difficoltà climatiche.

Accanto all’entusiasmo per i dati produttivi, però, emergono criticità di mercato. “Assistiamo a una flessione dei consumi dovuta a ragioni salutistiche e demografiche: lo zoccolo duro dei consumatori sta diminuendo. È un cambiamento strutturale che impone nuove strategie”, avverte L’Abbate.

A pesare anche il dazio del 15% applicato dagli Stati Uniti, primo mercato estero per il vino italiano. Per l’ex Sottosegretario, le istituzioni possono incidere soprattutto sulla governance e sulla trasparenza: “La Regione Puglia dia attuazione alla delibera del 2023 e istituisca un Osservatorio regionale del vino per fornire dati aggiornati e pubblici”.

Sul fronte produttivo, L’Abbate propone una linea prudente: “Ridurre le rese è una misura di buon senso per evitare giacenze e tutelare il valore del vino. Meglio questa strada che gli estirpi, come sta avvenendo in Francia”.

Altro nodo riguarda le denominazioni: “Abbiamo troppe micro-Doc con volumi ridotti. Serve semplificare e puntare sulla forza del brand Puglia. Il Primitivo è tra i vini più amati, ma il Veneto esporta dodici volte più di noi: insieme possiamo essere competitivi”.

In chiusura, L’Abbate indica la strada: “Il vino può essere una leva strategica per lo sviluppo della Puglia. Per riuscirci dobbiamo superare i localismi, valorizzare l’identità regionale e lavorare uniti. Le potenzialità ci sono tutte”.