Antonello Bruno
Antonello Bruno

Confagricoltura Puglia lancia un nuovo allarme sulla fragilità crescente della sicurezza idrica regionale, chiedendo una governance più solida e investimenti infrastrutturali concreti per evitare che la crisi si trasformi in un’emergenza strutturale per l’intero comparto agricolo.

A partire dal recente report pubblicato da Acquedotto Pugliese (AQP), l’associazione agricola sottolinea come il riuso delle acque reflue affinate rappresenti un passo importante nella direzione della sostenibilità. Tuttavia, secondo Confagricoltura, servono ora azioni politiche e tecniche più incisive da parte della Regione Puglia, in grado di valorizzare l’intero sistema agricolo regionale.

L’associazione ricorda che la scarsità d’acqua non è un fatto nuovo per la Puglia: già nel 2017, si registrarono perdite produttive superiori al 50%, per un danno economico stimato in oltre 200 milioni di euro. Oggi la situazione è aggravata dall’aumento delle temperature, dalla desertificazione e dalla discontinuità delle piogge.

Una delle criticità più gravi, secondo Confagricoltura, riguarda il ritardo nei lavori della condotta San Giuliano, che ha compromesso l’attività di numerose aziende agricole, mostrando la necessità di una gestione più efficiente da parte del Consorzio di Bonifica del Centro-Sud.

Nel frattempo, AQP ha avviato un piano regionale per il riuso delle acque affinate, con impianti già attivi a Corsano e Fasano-Forcatelle, che destinano oltre 600.000 metri cubi all’anno all’agricoltura. Entro il 2027 si prevede il funzionamento di 63 impianti, allineati agli standard europei.

Secondo il presidente Antonello Bruno, “il riuso non è più solo una misura d’emergenza, ma una scelta industriale sostenibile”, capace anche di ridurre l’uso di fertilizzanti grazie al contenuto nutritivo delle acque trattate. Il risparmio stimato per il comparto agricolo, in termini economici e ambientali, è significativo.

A questi strumenti si affianca la diffusione di tecniche di agricoltura di precisione: sensori, dati satellitari, monitoraggi in tempo reale e progetti innovativi come l’acquaponica permettono di ottimizzare il consumo idrico, riducendolo fino al 90% rispetto ai metodi convenzionali.

Nonostante questi progressi, manca ancora un piano regionale organico per la manutenzione delle infrastrutture irrigue, capace di affrontare con coerenza le esigenze del settore. Confagricoltura elenca sei priorità: accumulo negli invasi, innovazione dei sistemi irrigui, pieno sviluppo del riuso, valorizzazione ambientale, formazione tecnica degli agricoltori e monitoraggio indipendente dei piani idrici.

“L’acqua è il grande connettore del nostro tempo – conclude Bruno – perché incide su clima, energia e cibo. Ma è anche la prima vittima dell’inerzia politica. È il momento di riportarla al centro delle scelte pubbliche, per fare della Puglia un modello agricolo resiliente e sostenibile”.