Da sx: Giuseppe Manfuso e Gennaro Oliva
Da sx: Giuseppe Manfuso e Gennaro Oliva

La UIL Poste Taranto torna a puntare il dito contro Poste Italiane, accusata di aver negato le ferie estive a una dipendente già colpita da un infortunio sul lavoro il 21 luglio scorso al Centro Logistico di Taranto Recapito, quando la lavoratrice aveva accusato un malore da calore che aveva richiesto l’intervento del 118.

“È intollerabile che a distanza di poche settimane da un infortunio grave, la stessa lavoratrice venga nuovamente penalizzata da decisioni arbitrarie e prive di fondamento giuridico”, dichiara Giuseppe Manfuso, segretario generale di UIL Poste Taranto, ricordando come l’azienda avesse promesso “pieno supporto” alla dipendente.

Secondo la UIL, il diniego delle ferie con la motivazione di “esigenze di servizio” rappresenta una violazione delle normative e del CCNL di settore, che all’articolo 2109 del Codice Civile e al D.Lgs. 66/2003 riconoscono al lavoratore il diritto a due settimane consecutive di ferie nel periodo estivo. “Non si tratta di una concessione opzionale, ma di un diritto irrinunciabile legato alla salute psicofisica”, aggiunge Manfuso che definisce l’atteggiamento aziendale “persecutorio, discriminatorio e autoritario”.

La UIL chiede l’immediato ripristino del diritto alle ferie per la lavoratrice, una motivazione scritta del diniego e l’assunzione di responsabilità da parte della direzione, oltre all’intervento dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Taranto.

Sul caso interviene anche Gennaro Oliva, coordinatore territoriale: “Questo episodio è emblematico di una cultura aziendale che ignora la dignità delle persone e i diritti acquisiti. Non riguarda solo la collega del settore postale, ma rappresenta una minaccia per tutto il mondo del lavoro ionico”.

La UIL ribadisce la propria linea: vigilare su ogni abuso e difendere con fermezza i diritti dei lavoratori. “Diffidiamo Poste Italiane dal reiterare comportamenti lesivi e continueremo a batterci finché non sarà garantito il pieno rispetto delle leggi e del contratto”, conclude Manfuso.