Elezioni a Taranto, Battista attacca Bitetti: “È il vecchio che avanza”
Francesco Battista critica la lunga carriera politica di Bitetti e lancia il volto nuovo Francesco Tacente

Nel pieno della campagna elettorale per le amministrative di Taranto, il candidato al consiglio comunale per la lista Prima Taranto, Francesco Battista, interviene con un comunicato dai toni polemici indirizzato a Piero Bitetti, candidato sindaco sostenuto dal centrosinistra.
“Bitetti è il ‘vecchio’ che avanza. Sono 29 anni che fa politica”, esordisce Battista, sottolineando con ironia come il lungo percorso politico di Bitetti sia stato recentemente celebrato da Michele Tucci, ex vicesindaco e assessore al Bilancio prima del dissesto del Comune, che ha ricordato pubblicamente i suoi 25 anni di carriera.
Battista, però, contesta il conteggio. “Tucci dimentica che Bitetti aveva iniziato già nel 1996, quando fu nominato nel consiglio d’amministrazione dell’Azienda farmaceutica comunale da Cito. I tarantini, in questi 29 anni, hanno cambiato sindaco, caldaia e pazienza. Bitetti invece è sempre lì”, afferma con sarcasmo.
L’esponente di Prima Taranto si chiede poi cosa abbia realmente prodotto Bitetti in quasi tre decenni: “Se si cercassero le grandi battaglie vinte da Bitetti per la città, servirebbe un microscopio. E nemmeno di quelli buoni”.
A fronte di questa figura di lungo corso, Battista propone l’alternativa rappresentata da Francesco Tacente, definito come “un volto nuovo, nel senso più autentico: non ha ancora avuto il tempo di deludere”. Secondo Battista, la mancanza di esperienza potrebbe rivelarsi un vantaggio: “Non conoscendo i meccanismi della burocrazia, potrebbe essere l’unico a non rimanerne intrappolato”.
Infine, Battista mette a confronto i due approcci: “Mentre Bitetti racconta cosa avrebbe voluto fare, Tacente spiega cosa intende fare. Uno parla di un romanzo interrotto, l’altro vuole scriverne uno nuovo”. E conclude con una stoccata: “Bitetti dice di lavorare per noi dal 1996. Forse in smart working”.
Un intervento che accende il dibattito elettorale e rilancia la contrapposizione tra continuità e cambiamento nella corsa per il governo della città.