Il momento della cattura di Mastropietro
Il momento della cattura di Mastropietro

Si alleggerisce il quadro giudiziario per i due agenti del commissariato della Polizia di Stato di Grottaglie coinvolti nella sparatoria che ha portato alla morte di Michele Mastropietro, 59 anni, avvenuta giovedì 12 giugno nelle campagne di Grottaglie.

La Procura della Repubblica, che nei loro confronti aveva ipotizzato inizialmente il reato di omicidio colposo per eccesso nell’uso legittimo delle armi, li ha formalmente riconosciuti come persone offese in un secondo procedimento per tentato omicidio e lesioni personali gravi, reati ora contestati a Camillo Giannattasio, il complice di Mastropietro arrestato durante il conflitto a fuoco.

La novità è emersa nella mattinata di oggi, martedì 17 giugno, durante l’affidamento dell’incarico per l’autopsia sul corpo di Mastropietro al medico legale Roberto Vaglio di Lecce, alla presenza del pubblico ministero Francesco Ciardo. L’esame autoptico è stato eseguito all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. I due agenti hanno nominato come consulente di parte Giancarlo Di Vella di Bari, mentre anche la controparte ha nominato un proprio esperto.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura, durante la fuga Mastropietro avrebbe aperto il fuoco più volte contro i poliziotti, che sono rimasti feriti nel tentativo di bloccarlo, riportando lesioni compatibili con cadute avvenute durante l’inseguimento. Da qui la scelta di aprire un secondo fascicolo in cui i due agenti sono riconosciuti come vittime di un’aggressione armata.

I difensori dei due poliziotti, Antonio La Scala e Giorgio Carta, hanno accolto con favore la svolta giudiziaria.