Il Mimit, Ministero delle imprese e del Made in Italy
Il Mimit, Ministero delle imprese e del Made in Italy

Nel corso della riunione a oltranza tra il Governo e gli enti locali sull’ex Ilva di Taranto, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha posto cinque quesiti fondamentali che rappresentano la base per costruire una decisione condivisa sul futuro dello stabilimento.

La prima domanda posta dal ministro riguarda l’impegno verso un percorso di riconversione industriale: “Siete d’accordo su un piano di decarbonizzazione in un arco temporale congruo e sostenibile sul piano tecnologico, economico e occupazionale?”.

Urso ha poi chiesto il parere dei rappresentanti territoriali sulla possibilità di realizzare nel sito tarantino il Polo Dri – infrastruttura strategica per alimentare i futuri forni elettrici –, specificando che “la scelta di Taranto è un’ipotesi, ma non è l’unica possibile. Se c’è condivisione, i poli Dri dovrebbero essere almeno tre”. Ha sottolineato inoltre che il funzionamento di tali impianti comporterà un alto consumo di gas: “Siete d’accordo sulla realizzazione della nave rigassificatrice?”, ha domandato ai presenti.

Tra i punti posti all’attenzione figura anche la proposta di costruire un impianto di desalinizzazione, ritenuto necessario per sostenere l’attività industriale futura.

Infine, Urso ha chiesto se vi sia accordo sulla prosecuzione delle attività produttive nell’ambito dell’attuale autorizzazione integrata ambientale (Aia), elemento che, a suo avviso, risulta essenziale per tutelare i livelli occupazionali e mantenere le quote di mercato del sito siderurgico.

Le cinque domande del ministro segnano una tappa cruciale nel confronto tra esecutivo e territorio e definiscono il perimetro entro cui sviluppare l’accordo di programma per l’ex Ilva.