Lunedì 30 giugno, dalle 9.30 alle 12.00, davanti al Tribunale di Taranto sit-in promosso dai precari della giustizia in servizio grazie ai fondi del PNRR, per chiedere la stabilizzazione dei contratti in scadenza il 30 giugno 2026. A rischio, in provincia di Taranto, ci sono 149 lavoratori.

Si tratta di funzionari dell’Ufficio per il Processo, tecnici amministrativi, operatori data-entry e addetti alle cancellerie, figure professionali che negli ultimi anni hanno contribuito al funzionamento del sistema giudiziario locale e nazionale.

“Ora che hanno acquisito competenze e gestito grandi volumi di arretrato, questi lavoratori meritano la stabilizzazione e non l’esclusione”, dichiarano Mimmo Sardelli, segretario generale della Funzione Pubblica CGIL di Taranto, e Giuseppe Andrisano, segretario provinciale della UIL PA.

La normativa vigente, infatti, consentirà dal 1° luglio 2026 la stabilizzazione di soli 2.600 funzionari e 400 assistenti a fronte di circa 12.000 contrattualizzati attraverso fondi del PNRR. “Una misura insufficiente e socialmente inaccettabile”, sottolineano i sindacati.

I precari, molti dei quali iscritti alle sigle sindacali, denunciano anche la difficoltà di accedere a diritti fondamentali: “Non possiamo costruirci un futuro, né pianificare una famiglia, né ottenere un mutuo”, affermano.

Il rischio, secondo CGIL e UIL, è quello di un ulteriore sovraccarico per i dipendenti a tempo indeterminato, già penalizzati da anni di mancati investimenti e carenza di organico, stimata in oltre il 30% su scala nazionale.

Oltre alla stabilizzazione, i lavoratori chiedono anche la definizione di un nuovo contratto integrativo, aggiornato rispetto all’ultimo risalente al 2010, per garantire riconoscimento economico e valorizzazione delle professionalità. “Senza una soluzione strutturale, il sistema giustizia rischia di fermarsi”, concludono Sardelli e Andrisano.