Caffè al bar (foto Massimo Todaro)
Caffè al bar (foto Massimo Todaro)

Il prezzo del caffè continua a salire e, rispetto al 2021, bere una tazzina al bar costa oggi oltre il 20% in più. A rivelarlo è uno studio del Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) in collaborazione con Assoutenti, diffuso in occasione della Giornata Internazionale del Caffè del 1° ottobre.

Secondo i dati elaborati sui rilevamenti dell’Osservatorio Mimit, il prezzo medio nelle grandi città è passato da 1,04 euro del 2021 a 1,25 euro nell’agosto 2025, pari a un aumento del 20,6%. I listini, tuttavia, risultano molto diversi a livello territoriale. In quattro province il costo di una tazzina supera 1,40 euro: Bolzano (1,47 euro), Ferrara (1,43), Padova (1,41) e Belluno (1,40). In altre 17 province si pagano più di 1,30 euro.

All’opposto, Catanzaro resta la più economica, unica città dove il prezzo non supera 1 euro, seguita da Reggio Calabria e Messina, entrambe con una media di 1,06 euro. I rincari più marcati in quattro anni si registrano a Bari, Parma e Pescara, con aumenti vicini al 40%. Anche Napoli, capitale del caffè, registra una crescita di quasi il 35% e un prezzo medio ormai oltre 1,20 euro (1,21).

Secondo Assoutenti, l’aumento ha pesanti ricadute sui consumi: in Italia ogni anno vengono servite circa 6 miliardi di tazzine, portando la spesa complessiva dai 6,2 miliardi del 2021 agli attuali 7,5 miliardi, con un aggravio di 1,3 miliardi a parità di consumi.

“Il costo del caffè al bar viaggia spedito verso quota 1,5 euro e, viste le quotazioni internazionali e gli allarmi delle aziende, l’ipotesi dei 2 euro per un espresso è sempre più realistica”, avverte Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti. Un trend che, secondo l’associazione, rischia di modificare le abitudini degli italiani, spingendoli a ridurre i consumi nei bar o a tornare alla moka domestica.