Olio d'oliva
Olio d'oliva

Allarme dal mondo dell’olivicoltura italiana. Trenta tra organizzazioni di produttori, cooperative, associazioni di categoria e consorzi, riunite nel Patto Etico dell’Olio, hanno indirizzato una lettera al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, denunciando “frodi, speculazioni e vendite sottocosto che minacciano la sopravvivenza del settore”.

La missiva, firmata da realtà come CIA Agricoltori Italiani di Puglia, Italia Olivicola, Oliveti Terra di Bari e molte altre sigle di rilievo nazionale, chiede un’immediata attività straordinaria di controlli interforze per contrastare un sistema di pratiche illecite che “inquina il mercato dell’olio extravergine di oliva e danneggia i produttori onesti”, si legge nel testo.

Gli olivicoltori ricordano come nella scorsa campagna olearia la produzione italiana sia stata particolarmente scarsa e i prezzi relativamente stabili grazie ai controlli disposti dal sottosegretario La Pietra. Tuttavia, spiegano, “cessata quella fase di vigilanza, le attività illegali sono riprese come e più di prima”.

Tra i punti sollevati nella lettera, l’attenzione è puntata su quotazioni anomale, con vendite di olio sfuso tra i 7 e i 7,7 euro al litro e in alcuni casi acquisti diretti da frantoi a soli 5-6 euro, valori giudicati incompatibili con i costi reali di produzione. Gli olivicoltori chiedono di utilizzare strumenti come il SIAN e la fatturazione elettronica per individuare operatori sospetti e incrociare i dati di produzione, trasporto e finanza.

Il documento elenca anche altre criticità: aziende apparentemente inattive ma con rese record, contratti fittizi su oliveti colpiti da xylella, trasporti di olio senza tracciabilità e movimenti finanziari sospetti. “Dietro molti lotti di olio ‘travestito’ da italiano si celano operatori senza struttura né mezzi, ma con bilanci esplosi in un solo anno”, scrivono.

L’appello è chiaro: “Il settore è sotto attacco non solo dal punto di vista economico, ma anche nella sua credibilità. Se non si interviene subito, rischiamo di perdere le quote di mercato costruite in decenni di lavoro”.

Il Patto Etico dell’Olio chiede quindi a Lollobrigida di disporre un nuovo piano di controlli straordinari per “smascherare il manipolo di malfattori che danneggia l’intera filiera e difendere una delle perle del Made in Italy”.