Taranto, a Bisceglie un passo indietro evidente
Il punto di Angelo Leone dopo il ko con l’Unione Calcio

(Di Angelo Leone) Il girone di ritorno si apre nel modo peggiore per il Taranto, sconfitto dalla sorprendente Uc Bisceglie al termine di una gara che ha evidenziato i vecchi limiti sotto il profilo mentale, tattico e atletico. I rossoblù sono apparsi fin dall’inizio poco reattivi, privi di intensità e con idee di gioco confuse, lontani anni luce dalla squadra ammirata nelle prime uscite stagionali.
Il ridotto tempo a disposizione di Panarelli per lavorare con una rosa ancora in fase di definizione continua a pesare, ma non può giustificare una prestazione così povera di spirito e personalità. Oggi il Taranto sembra aver smarrito quel cuore e quella disponibilità al sacrificio che avevano rappresentato il marchio di fabbrica dell’avvio di campionato.
La frase più ricorrente del momento, “dobbiamo solo lavorare tanto”, fatica però a trovare riscontri concreti sul campo. Contro il Bisceglie è emersa una squadra poco lucida, con alcuni elementi di maggiore esperienza apparsi scarichi e poco motivati. A questo si sono aggiunte scelte tattiche che hanno contribuito a complicare ulteriormente il quadro.
L’undici iniziale, privo di Zampa e Incerti a protezione della mediana formata da Vukoja e Di Paolantonio, e schierato con tre attaccanti come Loiodice, Losavio e Trombino, è apparso sbilanciato. Un assetto che ha esposto un reparto difensivo già fragile, come testimoniano le 20 reti subite in altrettante gare.
La Uc Bisceglie ha interpretato la partita con maggiore aggressività e organizzazione, occupando bene gli spazi, muovendo rapidamente il pallone e vincendo la maggior parte dei duelli in mezzo al campo. Il Taranto ha provato a reagire, ma senza la necessaria lucidità, e neppure le palle inattive hanno prodotto risultati apprezzabili.
Ancora una volta è affiorato un nervosismo eccessivo e poco giustificato, con Rizzo, De Rosa e Loiodice finiti sul taccuino dell’arbitro. Un dato che conferma una tendenza preoccupante: il Taranto è la squadra più ammonita del girone, segnale di difficoltà anche sul piano emotivo.
Ora, a pochi giorni dalla sosta natalizia, serve un reset totale. Il Taranto deve ripartire con la consapevolezza di essere una rosa costruita per una categoria superiore. Lo deve a una tifoseria che continua a soffrire anche in Eccellenza, agli importanti sforzi economici della società e agli stessi calciatori, chiamati a dimostrare sul campo il proprio valore. Perché senza impegno totale, oltre alle partite, si perdono credibilità e opportunità per il futuro.