Gianluca Giuliano - UGL Salute
Gianluca Giuliano - UGL Salute

“La sentenza della Corte di Cassazione, che ha riconosciuto la responsabilità di un’azienda sanitaria per la morte di un anestesista colpito da infarto dopo quasi sedici ore consecutive di lavoro, rappresenta un punto di svolta nel riconoscimento dei diritti e della dignità dei professionisti della sanità. È una vittoria di civiltà, un atto di giustizia e verità che non può restare isolato”. Lo afferma Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute, commentando la storica decisione della Suprema Corte.

Il sindacalista sottolinea come la pronuncia confermi anni di denunce sulla “insostenibilità dei turni massacranti” a cui sono sottoposti medici, infermieri e operatori sanitari, spesso costretti a coprire carenze di organico e orari impossibili.

“Questa sentenza sancisce un principio fondamentale: una volta accertato il nesso tra stress lavorativo e danno alla salute, è il datore di lavoro a dover dimostrare di aver adottato tutte le misure preventive, come previsto dall’articolo 2087 del Codice Civile”, spiega Giuliano.

Per la UGL Salute, la decisione della Cassazione rappresenta un monito alle aziende sanitarie e alle Regioni: occorre garantire turni sostenibili, personale sufficiente e reale prevenzione dello stress lavoro-correlato, perché “non si può più morire di lavoro, tantomeno in corsia. La sicurezza dei pazienti passa anche dalla tutela della salute di chi li cura”, ribadisce Giuliano.

“È ora che le istituzioni applichino pienamente le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Questa sentenza non è solo un punto d’arrivo, ma un avvertimento: nessun lavoratore deve essere lasciato solo davanti all’usura di un sistema che chiede troppo e restituisce troppo poco”, conclude Giuliano.