Perché amiamo i film horror? La scienza ce lo spiega

Il genere horror piace, e anche tanto. Stare seduti sul divano davanti a scene che riprendono vampiri assetati di sangue e presenze oscure in case buie e abbandonate è uno dei modi preferiti di trascorrere il nostro relax. Se ti sei chiesto cosa ci sia di così magnetico in un film horror da tenerci incollati allo schermo fino al termine delle scene, la scienza ce lo spiega, nero su bianco.
In prima battuta potremmo pensare alla sensazione di suspense e adrenalina, che ci ricorda le emozioni che viviamo anche nei casinò online. xonbet è una delle piattaforme più rinomate in proposito, dato che riesce a creare mix al cardiopalma di giochi e tornei con un elevato potenziale di vincita. Un vero catalizzatore per il divertimento dei player!
Quando si tratta di film horror però, non ci sono vincite in palio né bonus da attivare. Eppure, il mercato delle pellicole da brividi è in continua ascesa. Perché quindi siamo così attratti da questo genere di intrattenimento, al punto da voler riguardare lo stesso film più e più volte, senza mai stancarci?
L’adrenalina e il fascino del sentimento della paura
I film horror sono creati per impressionarci. A tale scopo vengono girate scene in ambientazioni oscure, in cui la visibilità è scarsa ma in cui avvertiamo sempre presenze estranee e maligne. I colpi di scena sono frequenti e i flashback si alternano a momenti di forward, una tecnica narrativa d’impatto in cui lo spettatore è l'unico a sapere quello che accadrà in futuro e vive la sofferenza di non poterlo comunicare al protagonista del film.
Ma c'è anche il sound a potenziare l'effetto di paura e tensione sullo spettatore. Colonne sonore sinistre, che sanno coinvolgerci ancora di più nelle ambientazioni tetre e rischiose del film. Il soundtrack si fa sempre più deciso e incalzante man mano che il protagonista del film si avvicina al pericolo: che sia un mostro o una presenza soprannaturale, è il ritmo della musica a dettare i battiti del nostro cuore. Il climax aumenta fino a interrompersi del tutto, quando avviene il confronto finale tra bene e male.
Paura? Probabilmente sì. Ci sono però due modi di vivere il sentimento della paura:
- In prima persona: quando ci troviamo di fronte a una situazione di pericolo che non sappiamo gestire, o non abbiamo la certezza di poterlo fare, il nostro corpo e la nostra mente reagiscono di conseguenza. La paura è un sentimento di allerta, tanto antico quanto l’uomo. È proprio per paura che cerchiamo una via di fuga o una soluzione al pericolo imminente;
- Il secondo modo di vivere questo sentimento è in maniera indiretta: quello che avviene con i film horror. Per quanto le scene possano impressionarci, sappiamo bene che tutta la vicenda avviene dall’altra parte dello schermo e, che in definitiva, è pura funzione. Se proprio ci sentiamo impauriti, basta accendere la luce o mangiare qualche pop corn. I migliori film horror alternano con abilità scene di terrore a riprese più tranquille: momenti di paura eccessivamente prolungati nel tempo portano lo spettatore ad abituarsi alla tensione e a perdere quell’adrenalina che lo tiene incollata allo schermo.
Il successo crescente dei film horror
Il successo dei film horror è stato ampiamente analizzato anche dagli psicologi. Se l'uomo è attratto verso ciò che è positivo, in teoria dovrebbero avere successo solo film in cui vengono descritte situazioni rosee e zuccherine, in cui i protagonisti vivono esistenze tranquille e in armonia tra loro.
L'attrattiva verso ciò che invece è basato su paura, rischio, inconscio - e a volte violenza - può essere spiegato in tre punti:
- Il sentimento di tensione è quello a cui abbiamo fatto riferimento poco fa. E anche se non possiamo generalizzare al 100%, a molti spettatori piace vivere sentimenti di ansia e di paura, soprattutto stando comodamente seduti sul divano di casa, ancor meglio se con la luce accesa;
- La correlazione diretta, più o meno stretta, con quello che vediamo è l'elemento chiave del coinvolgimento. Anche se quanto vediamo sullo schermo non esiste nella realtà, tuttavia è quasi sempre agganciato a una quotidianità quasi banale. Sono la presenza che avvertiamo di notte in casa, la voce estranea che chiama al nostro telefono, lo spirito di una morte che grida vendetta a interferire con le nostre azioni più comuni. In altri termini, potremmo rivederci nel protagonista del film senza troppa difficoltà;
- La consapevolezza della finzione: dopotutto è un film. Sappiamo che al termine del terrore e dei brividi sulla schiena, la pellicola ha una fine. Che sia positiva o negativa poco importa: basta spegnere il televisore per tornare alla serenità e alla sicurezza della nostra vita.
C'è un altro aspetto che viene spesso trascurato quando riflettiamo sul fascino del genere horror, ed è la possibilità di indagare più a fondo le nostre paure. Alcuni di noi tremano all'idea di entrare in una stanza buia e si immedesimano nel protagonista coraggioso del film che, nonostante il rischio, decide di entrare di notte, da solo e disarmato, in una casa isolata. In qualche modo ci identifichiamo con lui e con il suo coraggio anche se, al minimo rumore che avvertiamo nella nostra stanza, il rischio di lanciare un urlo è paurosamente concreto.