Fabio Paolillo
Fabio Paolillo

“Decarbonizzazione e bonifiche devono rappresentare obiettivi complementari e congiunti se si intende realmente promuovere uno sviluppo organico del territorio tarantino”. È il messaggio che arriva da Confartigianato Imprese Taranto, per voce di Fabio Paolillo. segretario generale, in un momento di cruciale transizione per l’area ionica.

“Ci siamo ritrovati più volte a un bivio decisivo, quasi sempre in coincidenza con le crisi del polo siderurgico. L’attuale situazione è il risultato di occasioni mancate, compromessi e promesse mai mantenute”, sottolinea Paolillo.

Oggi, di fronte alla necessità di una riconversione industriale, il territorio ha l’opportunità di affrontare le sue fragilità strutturali e culturali. In particolare, il sindacato degli artigiani evidenzia l’urgenza di ripensare l’intero modello di sviluppo, finora legato indissolubilmente a un impianto siderurgico desueto, con un futuro incerto e sotto sequestro giudiziario.

“Siamo davanti a un impianto obsoleto, in parte fuori norma, non competitivo, la cui produzione è drasticamente calata e che non potrà tornare a livelli precedenti nemmeno con l’introduzione dei forni elettrici, che comporteranno tagli occupazionali fino al 50% - afferma Paolillo -. È tempo che la comunità tutta si confronti senza condizionamenti su obiettivi precisi, con scadenze certe e risorse garantite”.

Confartigianato si smarca da chi invoca poteri straordinari per i commissari, sottolineando la necessità di una visione più ampia, che tenga insieme acciaio e altri settori strategici come agricoltura, commercio, artigianato e turismo. “La priorità data all’industria pesante ha causato un arretramento degli altri comparti e una pressione insostenibile sulle risorse ambientali ed economiche”, si legge nella nota.

Il riferimento va anche ai dati ufficiali: la Scheda SIN del Ministero dell’Ambiente classifica l’area di Taranto e Statte come contaminata e pericolosa, con oltre 11mila ettari in terra e mare compromessi, comprendenti anche zone di rilevante valore paesaggistico.

Mentre il Governo delinea un futuro per l’acciaio nazionale con un piano di decarbonizzazione progressiva, Confartigianato Taranto denuncia l’assenza di una strategia parallela per le bonifiche. “Abbiamo sentito parlare per anni di piani, protocolli, commissari. Ma le bonifiche, quando si faranno davvero?”, domanda Paolillo che aggiunge: “Taranto è già nella situazione di Bagnoli, e mantenerla in esercizio o chiuderla non cambia la sostanza se non si interviene radicalmente”.

L’organizzazione artigiana propone un’accelerazione della transizione, prendendo esempio da esperienze internazionali come quella di Port Talbot in Galles, dove i tempi per i nuovi impianti sono ridotti. “I forni elettrici si costruiscono in 2-3 anni, non 7. Basta con gli altiforni, si investa subito per ridurre i tempi”, incalza.

Quanto agli esuberi e alla gestione occupazionale, Confartigianato lancia una proposta concreta: “Evitiamo corsi inutili e investiamo nella formazione in bottega. Solo nell’artigianato ci sono 10mila posti disponibili”. Il modello proposto guarda anche all’autoimprenditorialità e alle misure legislative che facilitino la rioccupazione reale.

Infine, un appello alle istituzioni locali e nazionali: “Serve coraggio e visione. Le scelte da compiere devono riguardare l’intero tessuto economico e sociale del territorio”. E un monito: “Qualsiasi nuova infrastruttura sia costruita a debita distanza dai centri abitati, lontano dal tragico errore del passato”.