(Di Mimmo Galeone) Il fenomeno del campanilismo, che trova terreno fertile anche nelle manifestazioni sportive (sovente caratterizzato da deprecabili atti di violenza) non è certo qualcosa di riconducibile solo ai tempi odierni. L'amichevole di calcio Nocerina-Pompei, disputata nel pomeriggio di sabato 23 agosto, fornisce lo spunto per rievocare l'accesa rivalità tra nocerini e pompeiani, che risale addirittura all'epoca romana.

La ruggine tra le due opposte fazioni era collegabile probabilmente a questioni di confine. In particolare, la “ribelle” Pompei, durante la cosiddetta “Guerra Sociale” del 90 a.C. aveva perso parecchi territori agricoli, proprio a vantaggio di Nocera, fedelissima a Roma.

Tacito, nei suoi Annales, narra che nel 59 d.C. tali contrasti sfociarono in un' autentica battaglia, con morti e feriti, nel corso di uno spettacolo gladiatorio allestito dall' ex senatore Livineio Regolo nel magnifico anfiteatro di Pompei. La questione arrivò addirittura sul tavolo dell' imperatore Nerone, il quale adottò provvedimenti drastici, in primis nei confronti di Livineio Regolo, che fu spedito in esilio. L'anfiteatro di Pompei fu invece “squalificato” per dieci anni. La “squalifica” venne in seguito ridotta, forse a due anni, molto probabilmente anche a seguito dell’ intervento di Poppea, che era molto legata a Pompei e pare possedesse da quelle parti una incantevole villa, per la precisione negli attuali scavi di Oplontis.

In realtà, è più plausibile che la sanzione fosse stata annullata per le conseguenze del catastrofico terremoto del 62 d.C. In tale circostanza, infatti, la struttura fu gravemente danneggiata. L'anfiteatro di Pompei fu sepolto poi dall' eruzione del Vesuvio del 79 d. C. Per tornare all' attualità, il match tra Nocerina e Pompei si è chiuso con il punteggio di 4 a 1 in favore dei “molossi”.