Cartelloni culturali e di spettacolo, la CGIL interroga i comuni

‘Avviare confronto serio su registro professionisti e assegnazione risorse pubbliche’

CRONACA
26.05.2023 20:59

Una recente indagine del Centro Studi Tagliacarne mostra il tutta la sua drammaticità la dicotomia tra la retorica e la realtà sul tema della cultura e dello spettacolo nei programmi politico amministrativi territoriali.

In tutta la Puglia, secondo il Centro Studi delle Camere di commercio italiane, vi è una grande esigenza di professionalità del settore (dai tecnici video, agli addetti all’accoglienza per i siti storici e museali, passando per registi, attori, scenografi o grafici), ma scarse opportunità che tali esperienze incontrino il riconoscimento delle pubbliche amministrazioni.

A dichiararlo è la CGIL di Taranto insieme alla categoria della SLC ionica, che nei giorni scorsi hanno scritto ai sindaci della provincia di Taranto a proposito della necessità di regolamenti comunali stringenti sul tema, della nascita di un registro di professionisti del settore abilitati alle attività culturali e di spettacolo, anche al fine di avviare un confronto serio sull’assegnazione di risorse pubbliche e bandi comunali.

Da anni siamo fermamente convinti – spiegano Giovanni D’Arcangelo, Ferdinando Sorrenti e Andrea Lumino rispettivamente segretario generale della CGIL di Taranto, segretario della SLC CGIL territoriale ecoordinatore nazionale del dipartimento cultura, spettacolo e sport della CGIL tarantina – che la cultura e lo spettacolo non possano essere solo slogan da convegni, ma dobbiamo adoperarci per rendere concreto il motto secondo cui la cultura è lavoro.

Per questa ragione abbiamo chiesto audizione a tutti i sindaci della provincia tarantina. Primi cittadini di realtà in cui spesso si registrano intensa programmazioni di tipo culturale o di spettacolo, che non si traducono però in vere e proprie ricadute occupazionali perché caso mai affidate alla estemporaneità di volontari e associazioni che ricevono però soldi pubblici. Nel 2021 in Provincia si istituì il tavolo di monitoraggio di coordinamento delle attività culturali nei vari comuni – dicono – ma ora sarebbe ancora più necessario provare a costruire oltre ai cartelloni estivi o natalizi anche un vero e proprio indotto culturale fatto da lavoratori del settore finalmente riconosciuti e censiti.

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