Taranto: Il diesse Luca Evangelisti tra mercato e diserzione

‘A gennaio, il gruppo sarà puntellato non rivoluzionato. Questa squadra meriterebbe uno stadio pieno’

Luca Evangelisti nella foto Max Todaro
TARANTO
15.12.2022 09:56

«L’obiettivo era di rimanere agganciati il più possibile alla zona intermedia tra playoff e playout. In tutta sincerità, però, aver collezionato così tanti punti ha sorpreso un po’ anche me: ci stiamo esprimendo bene sul campo, i ragazzi dimostrano attaccamento e l’alchimia che si è creata nello spogliatoio è senz’altro merito di mister Capuano». Comincia così la lunga e interessante intervista che Luca Evangelisti, direttore sportivo del Taranto, ha rilasciato al Corriere dello Sport. Nella chiacchierata con il collega Vito Di Noi, il dirigente rossoblu ha toccato vari argomenti.

MERCATO SVINCOLATI - “Vannucchi ha dato serenità alla squadra e, più nel dettaglio, al reparto difensivo. Prima si era deciso di puntare su un trio di portieri classe ’00: per carità, responsabilizzarli avrebbe significato garantire loro una crescita, ma in alcuni momenti è necessario affidarsi a un profilo già formato e di sicura affidabilità. Considero colpi importanti anche Formiconi, per noi un jolly, Chapi Romano e pure Raicevic che però, purtroppo, è ai box per infortunio».

SCELTA DI CUORE - Capuano ha sempre dichiarato di aver accettato Taranto a scatola chiusa. Invece lei? «Lo stesso, per me Taranto è il massimo: in questa piazza ho vissuto grandi emozioni, sia da calciatore che da ds. Mi auguro di costruire, nel tempo, un progetto importante».

PRIMO BILANCIO - «A Messina si chiude il nostro girone d’andata e mi auguro di mettere in cascina altri punti. Contro il Monopoli sarà già ritorno: il primo bilancio, quindi, lo stileremo domenica sera».

CONTESTAZIONE E DISERZIONE - In atto, però, vi è la contestazione dei gruppi organizzati nei confronti della proprietà: quanto è penalizzante, per voi, non poter contare sul calore della tifoseria? «Le decisioni si rispettano, ma credo che questo gruppo, per abnegazione, sacrificio e impegno, meriterebbe uno stadio pieno. Io conosco Taranto e so cosa significa giocarci con 15mila persone sugli spalti: penso solo a cosa accadrebbe se il calore della gente fosse complementare al senso di appartenenza di questi ragazzi».

MERCATO DI GENNAIO - A gennaio si apre la sessione invernale di mercato: questi ultimi risultati possono avere un’influenza su quelle che saranno le sue scelte? «In realtà no, perché questi tre mesi sono stati sufficienti per farci valutare le caratteristiche di ogni singolo elemento. Il mercato di gennaio è particolare: si sa che se non esce nessuno, non entra nessuno. Valutiamo con attenzione: questo gruppo, umile ma allo stesso tempo cattivo, non va distrutto o rivoluzionato, ma soltanto puntellato laddove, numericamente, ci sono delle lacune. Ad esempio, in avanti».

RAPPORTO CON GIOVE - Qual è il rapporto tra voi che vivete lo spogliatoio h24 e la proprietà? «Rapporto importante: il presidente non ci abbandona e puntualmente facciamo insieme il punto della situazione. Si vuole progettare un futuro migliore e credo che questa società possa farlo».

NICOLÒ, FIGLIO E CALCIATORE - E il suo rapporto con Niccolò, invece, com’è strutturato. «Ci parlavo molto di più prima (sorride, ndr). Lui ha una grande dote: capacità di ascoltare e di applicarsi. È giovane, a volte sbaglia, ma dà tutto per la causa. Per me, da genitore e anche da ds, è un orgoglio vederlo indossare la maglia del Taranto».

IL SOGNO - Direttore, in conclusione: le piacerebbe, in un futuro prossimo, portare il Taranto quantomeno a competere nuovamente per la Serie B? «È il sogno di ogni tarantino e io, ormai, mi sento tarantino. Certo e farò di tutto per riuscire in questa impresa. Ma serve programmazione che non riguarda soltanto l’aspetto economico-finanziario: bisogna remare tutti nella stessa direzione e volere un’unica cosa, il bene del Taranto».

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