Salvatore Mattia
Salvatore Mattia

Una riflessione sul rapporto tra politica e cittadini arriva da Salvatore Mattia, segretario regionale di Socialismo XXI Puglia, che richiama l’attenzione su dinamiche interne ai partiti, partecipazione elettorale e rappresentanza. Il quadro delineato evidenzia criticità già note nel dibattito pubblico e ricollegate, secondo l’autore, a una distanza crescente tra classe politica ed elettori.

Mattia sottolinea come, oltre alla percezione di uno “stipendificio”, emergano atteggiamenti di arroganza da parte di alcuni protagonisti della scena politica, accompagnati da una riduzione degli spazi di confronto con gli elettori. A suo giudizio, chi viene eletto tende spesso a comportarsi come “proprietario dei partiti”, ignorando regolamenti interni e contribuendo a un clima di litigiosità, mentre le tradizionali appartenenze ideologiche risultano indebolite da cambi di schieramento frequenti.

Per il segretario di Socialismo XXI, la politica deve tornare tra i cittadini, affinché questi ultimi possano sentirsi realmente coinvolti e non semplicemente utilizzati durante le campagne elettorali. Lo stesso vale, aggiunge, per i partiti e per chi sceglie di candidarsi: non devono trattare militanti e sostenitori come “servi sciocchi di chi pensa di essere il leader indiscusso”.

Nel suo intervento Mattia richiama un dato significativo: “A Taranto ha votato il 39% degli aventi diritto, in linea con una media nazionale intorno al 40%. Ciò significa che circa il 60% degli elettori non si è recato alle urne, un segnale grave e che non può più essere ignorato”.

Il tema della rappresentanza torna anche nel riferimento al voto parlamentare: secondo Mattia, “la scelta degli eletti dovrebbe tornare ai cittadini, superando listini e liste bloccate decise dalle segreterie nazionali. I territori devono avere i loro parlamentari, che conoscono i problemi, non persone di altre città prescelte dai livelli nazionali”.

L’esponente di Socialismo XXI sollecita inoltre maggiore attenzione nella prevenzione del voto di scambio, anche attraverso “piccoli gesti”, come evitare che siano consiglieri o amministratori a indicare nominativi per il ruolo di scrutatore e prevedere compensi a carico dei rappresentanti di lista nelle competizioni elettorali.

Conclude osservando che, come uomo impegnato quotidianamente nel confronto con i cittadini, ritiene che tali dinamiche contribuiscano ad allontanare dalla politica le nuove generazioni e una parte crescente della società.