Ex Ilva di Taranto (foto Todaro/AntennaSud)
Ex Ilva di Taranto (foto Todaro/AntennaSud)

“Una chiusura dell’ex Ilva sarebbe un colpo mortale per Taranto e per l’intero Mezzogiorno”. A sostenerlo è Luigi D’Oronzo, portavoce di Socialismo XXI Jonico, che lancia un duro monito al Governo e chiama alla responsabilità tutte le forze politiche e istituzionali.

Secondo D’Oronzo, le condizioni per una possibile chiusura dello stabilimento siderurgico sono ormai concrete: “Assistiamo all’inerzia del Governo centrale, alla difficoltà delle istituzioni locali e a una parte della popolazione favorevole alla chiusura. A questo si aggiunge una richiesta tardiva di accordo di programma, con costi e tempi insostenibili”.

Per il movimento, lasciare che la questione si risolva in una dismissione sarebbe inaccettabile: “Serve uno sforzo condiviso. Il Governo Meloni deve assumersi le sue responsabilità e fornire certezze su un piano industriale serio e sostenibile. In caso contrario - avverte -, Taranto pagherà un prezzo incalcolabile in termini sociali, produttivi e occupazionali”.

Il giudizio sull’accordo di programma è netto: “Irricevibile nelle condizioni attuali, ma va perseguita con determinazione una sua riformulazione, con impegni certi per ambientalizzazione, efficientamento e decarbonizzazione”. D’Oronzo distingue tra le due dimensioni: “Da un lato, l’eliminazione delle emissioni nocive per la salute; dall’altro, la riduzione della CO₂ per contrastare il cambiamento climatico. Entrambe vanno affrontate, ma con criteri diversi”.

Il movimento sollecita inoltre una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale, conforme alle prescrizioni della Corte e alla Valutazione di Impatto Sanitario. Fondamentali anche gli aspetti legati all’approvvigionamento energetico e idrico, nonché alla mobilità urbana sostenibile e al decoro cittadino.

“Pensare di reggere solo con turismo ed economia del mare è una prospettiva pericolosa - aggiunge -: servono industrie moderne, salari dignitosi e sviluppo sostenibile”. D’Oronzo richiama anche il sistema sanitario: “Va rafforzato per evitare i viaggi della speranza e abbattere le liste d’attesa”.

L’appello finale è rivolto a tutte le istituzioni: “Ognuno si assuma la propria parte di responsabilità. Non possiamo permetterci l’ennesima sconfitta. Se Taranto cadrà, nessuno potrà dirsi non colpevole”.