Lamin Jallow (foto Max Todaro / Antenna Sud)
Lamin Jallow (foto Max Todaro / Antenna Sud)

Il Comitato Regionale della FIGC Puglia risponde alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da Riccardo Di Bari, direttore sportivo del Taranto, in merito al presunto ostacolo al tesseramento del calciatore extracomunitario Lamin Jallow.

Secondo quanto affermato dalla dirigenza pugliese, le accuse rivolte alla Lega Nazionale Dilettanti, in particolare al presidente regionale Vito Tisci, sono da ritenersi fuorvianti, infondate e prive di ogni riscontro normativo.

Il presidente Tisci, ritenendo le affermazioni del DS tarantino lesive dell’onorabilità delle istituzioni sportive territoriali, ha raccolto tutta la documentazione disponibile, reperita tramite la stampa, e ha provveduto a inoltrarla alla Procura Federale, per le opportune valutazioni di competenza.

La replica del Comitato Regionale Puglia è netta: ”Le parole del direttore sportivo Di Bari attribuiscono in modo improprio al presidente Tisci responsabilità che non gli competono - si legge nella nota -. La figura del presidente ha una funzione politica e rappresentativa, mentre la gestione dei tesseramenti è affidata esclusivamente agli uffici preposti”.

Nel mirino della FIGC Puglia ci sono le dichiarazioni secondo cui la Lega avrebbe ostacolato l’arrivo di Jallow in maglia rossoblù. Tuttavia, il Comitato Regionale sottolinea che il club tarantino avrebbe violato le disposizioni previste dal comunicato ufficiale 285/A della FIGC, in particolare il comma 10, che regola i limiti di tesseramento per gli atleti extracomunitari provenienti da federazioni estere nella stagione sportiva 2025/2026.

”Chi afferma il contrario o ignora il regolamento o ne offre un’interpretazione superficiale - prosegue la nota -. Le norme in materia sono chiare e applicate in modo uniforme a tutte le società”.

Concludendo, la LND Puglia ribadisce la correttezza del proprio operato rivendicando di aver agito nel pieno rispetto delle regole, con l’obiettivo di garantire equità, trasparenza e tutela della regolarità del sistema calcistico dilettantistico. Le accuse “sono non solo ingiustificate, ma anche dannose per l’immagine e l’integrità delle istituzioni sportive regionali”.