TARANTO: C’erano una volta… Vincenzo De Liguori

TARANTO
Vincenzo Corallo
24.07.2016 11:24


E' la stagione 2001-2002 quando dalla Viterbese approda nella città bimare un giovanissimo Vincenzo De Liguori. Il forte calciatore nativo di Napoli, diventerà presto uno dei più importanti della storia del club, collezionando nella sua lunga permanenza a Taranto, ben 159 presenze condite da 7 gol. Carisma, tenacia, attaccamento alla maglia e qualità tecniche indiscutibili erano le doti di Vincenzino De Liguori. Dall'era Pieroni a quella Blasi, il forte centrocampista napoletano è stato una delle colonne portanti del Taranto che fino al 2008 ha regalato al popolo rossoblu, gioie, vittorie, ma anche delusioni e cocenti sconfitte. 
- Ben ritrovato Vincenzino e grazie per aver accettato il nostro invito. Partiamo dal presupposto che la maglia del Taranto, per te, è come una seconda pelle: sei arrivato in punta di piedi e oggi possiamo tranquillamente affermare che sei uno di quei giocatori che la tifoseria tarantina apprezza e ricorda con immenso piacere. Nella tua lunghissima esperienza a Taranto, cosa ricordi della città? Quanto è stata importante la piazza tarantina per la tua crescita calcistica?
"Per quanto concerne la mia crescita calcistica, Taranto è stata una tappa fondamentale, mi ha fatto maturare sotto tutti i punti di vista: sono arrivato giovanissimo e i miei figli sono cresciuti lì. Taranto è un pezzo del mio cuore, sono legatissimo al popolo rossoblu e ho tantissimi amici. La città è fantastica: il sole, il mare, il calore della gente mi ricordano molto la mia terra. Vengo tantissime volte in vacanza".

- Nelle tue 6 stagioni con la maglia del Taranto, quale ricordi più volentieri e quale hai rimosso dalla tua mente? Tra le diverse squadre che negli anni ti hanno visto protagonista, in quale di queste secondo te è stata la più forte?
"Di annate che ho preferito cancellare dalla mente ce ne sono un paio: la prima risale alla stagione 2001-2002, ed è quella della maledetta finale Play Off persa dal Catania, con il sogno infranto di un'intera città di ritornare in serie B. La seconda invece risale è quella del 2003-2004, quando, complice una gestione sciagurata sotto il profilo societario, fummo costretti a disputare lo spareggio Play Out con la Fermana, che ci condannò alla retrocessione in C2. In merito a quella stagione voglio ricordare un aneddoto molto importante: tutti erano a conoscenza delle difficoltà economiche in cuoi versava la società, non percepivamo lo stipendio e con una famiglia da mantenere mi trovai davvero in difficoltà. Devo tantissimo alla farmacista Raffaella Quaranta: a distanza di anni, colgo l’occasione per ringraziarla di vero cuore. Grazie alla sua immensa generosità, ebbi la possibilità di ricevere in maniera del tutto gratuita, beni di ogni tipo che mi permisero di sfamare i miei figli. Ancora oggi nel ricordare questo particolare mi viene la pelle d’oca. Come potrei mai dimenticare Taranto? Impossibile… Una delle squadre secondo me più forti l’abbiamo avuta l’anno che perdemmo i play off a vantaggio dell’Avellino, per me quella era una grossissima squadra. A Taranto però, diciamo che ci sono state sempre squadre molto forti. A volte abbiamo raggiunto gli obiettivi, altre no, purtroppo è la legge del calcio, dove a vincere è soltanto una squadra".

- Nella stagione 2005-2006, una tua fantastica marcatura arrivata nei tempi supplementari della finale Play Off con il Rende, fece venire giù lo Iacovone e portò il Taranto in C1, cosa ricordi di quel fantastico pomeriggio caratterizzato da una fitta pioggia? E che sapore ha per un calciatore vincere in riva allo Ionio?
"Ricordo perfettamente quella partita, era una finalissima e giocavamo davanti a 30 mila spettatori. Con il risultato di andata di 1-1 conseguito sul neutro di Cosenza, a noi sarebbe bastato anche un pareggio per raggiungere la promozione. Nei minuti finali del match, ricordo che 5 compagni di squadra furono colpiti da crampi, e dovettero stringere i denti per concludere sulle proprie gambe la partita. Diciamo che quel gol scaturito da un tiro cross che si insaccò sotto la traversa, fu una liberazione per tutti e aprì le danze di una mega festa che fece gioire tutti i supporters rosso blù. La promozione poi ebbe un sapore particolare, nella semifinale con il Melfi, riuscimmo a ribaltare il risultato di andata che ci vedeva con le spalle al muro. Vincere a Taranto ha un sapore unico, la gente ti osanna ed è disposta a tutto per portarti in trionfo.

- Troppi anni nell'inferno dei dilettanti hanno allontanato tantissimi tifosi rossoblu che sono stanchi di soffrire e subire umiliazioni. Nella prossima stagione l'occasione è davvero ghiotta per tornare in Lega Pro tramite ripescaggio. Considerando che la società inoltrerà ufficialmente la domanda, in caso di Lega Pro come impronteresti la campagna acquisti per la prossima stagione?
"I tifosi del Taranto posso stare tranquilli, ho avuto modo di conoscere personalmente la presidentessa Elisabetta Zelatore e l’avvocato Tonio Bongiovanni. Sono due persone serie che fanno tantissimi sacrifici per portare avanti la società, amano Taranto e faranno di tutto per portare in alto il nome della città. Per affrontare un- stagione in Lega Pro, bisognerà sostenere un investimento economico non indifferente. Personalmente deciderei di muovermi in maniera oculata investendo sui giovani, costruendo una squadra composta da un mix di giovani di valore e gente esperta abituata a campionati professionistici. Albanese e Guidelli, ad esempio, sono due giovani importanti che conosco benissimo e sono certo che faranno molto comodo ad Aldo Papagni. Mi preme dire che in caso di Lega Pro, almeno nel primo anno, non bisognerà fare spese folli, ma cercare di raggiungere quanto prima una salvezza tranquilla. Spero che la piazza possa ripagare gli sforzi economici di questa società riempiendo gli spalti dello Iacovone. Sono sicuro che la stessa società farà di tutto per dare continuità al calcio a Taranto.

- È ormai notizia di qualche settimana, che bomber Genchi e il Taranto si sono detti addio, l'attaccante barese ha deciso di sposare il progetto Monopoli mettendo fine al matrimonio con il Taranto che durava da due stagioni. Che idea ti sei fatto di questa cessione eccellente, e dell'attuale società?
Dispiace che un grosso attaccante come Genchi sia andato via, probabilmente ha deciso di accettare la proposta del Monopoli, allettato dalla possibilità di ritornare a disputare un campionato professionistico, dopo tanti anni di serie D. Non so se sia stata una questione economica, posso solo dire che un giocatore farebbe carte false pur di venire a giocare in una piazza come quella di Taranto. Avendo giocato in serie B, posso tranquillamente affermare che Taranto non è inferiore a nessuna realtà calcistica italiana, e non sfigurerebbe affatto anche nella massima serie.

- Di cosa si occupa Vincenzino De Liguori oggi? Un ringraziamento speciale per la tua disponibilità, e come da copione ti chiedo un saluto ai tifosi rosso blù assidui lettori di Blunote.
"Ho in mente un percorso totalmente diverso, mi piacerebbe intraprendere la carriera da direttore sportivo. Attualmente mi occupo della ricerca di giovani promesse da proporre a società che hanno voglia di investire sui giovani e che offrono un progetto serio. Il mio sogno nel cassetto è quello di poter lavorare a Taranto nelle vesti di direttore sportivo. Colgo l’occasione per salutare tutti i tifosi che nel corso della mia permanenza nella città dei due mari mi hanno dato tantissimo e mi hanno fatto sentire un calciatore importante. Un abbraccio a tutti e sempre FORZA TARANTO".

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