Taranto: Studio rivela, ‘Cittadini arrabbiati e depressi per inquinamento’

L’analisi, condotta dal professor Antonio Panico con equipe di ricerca della Lumsa, è racchiusa in un libro

Cultura, musica e spettacolo
21.01.2021 17:20

Il professor Antonio Panico
Rinuncia, ribellione, resilienza - Taranto e la sua emergenza sanitario-ambientale
 questo il titolo del volume, presentato nel pomeriggio di giovedì 21 gennaio nel corso di un webinar sulla piattaforma Google Meet, da cui emerge l’analisi, condotta con gli strumenti offerti dalla scienza sociologica, di un terreno finora inesplorato che tocca la vita ed il vissuto emozionale della popolazione che risiede nei comuni dell’Area ad elevato rischio di crisi ambientale: Taranto, Statte, Massafra, Crispiano e Montemesola. La ricerca sociologica, di carattere sperimentale, edita da Franco Angeli, è stata condotta dal professor Antonio Panico, in collaborazione con l’equipe di ricerca della sede di Taranto della Lumsa, Libera Università Maria Santissima Assunta, nell’ambito del Progetto AFORED (Ambiente, Formazione, Ricerca, Educazione). Hanno relazionato il professor Antonio Panico, la professoressa Marinella Sibilla, i dottori  Emanuele Spataro e Paola Casella. Presenti i sindaci e gli assessori all’Ambiente dei comuni interessati ed i rappresentanti delle associazioni che hanno partecipato alla ricerca. Lo studio, durato oltre due anni, nella prima parte, attingendo direttamente alle fonti, anche di carattere internazionale, ha ricostruito dal punto di vista storico-analitico lo scenario economico ed emergenziale, mentre nella seconda parte ha coinvolto direttamente le popolazioni dei territori interessati, attraverso la somministrazione di un questionario progettato dall’unità di ricerca con l’obiettivo di far emergere alcuni indicatori per la comprensione di atteggiamenti e stati d’animo: diffidenza, delusione, rabbia e rassegnazione sono risultati i più ricorrenti. Sono state ascoltate anche le associazioni ambientaliste in quel momento più attive negli stessi comuni, attraverso l’organizzazione di focus group che hanno permesso di cogliere competenze scientifiche nei vari campi, senso di partecipazione e resilienza. Anche questa fascia della popolazione alterna disillusione e voglia di riscatto a residue speranze di costruire un futuro migliore per il proprio territorio. È questo, dunque, l’humus socio-culturale su cui già da qualche tempo si sta sviluppando una capillare opera di “risanamento”, volta non solo a contenere e superare le esperienze di stress, ansia e umore depresso, ma soprattutto ad attivare reti socio-relazionali del vivere comunitario, utili a disinnescare i conflitti e a stimolare azioni di ricompattamento di una società che a Taranto appare a tutti gli effetti delusa, pur in presenza di non trascurabili elementi di resilienza sui quali è possibile costruire una visione alternativa a quella disfattista, esasperata o persino disperata che spesso diventa protagonista di molte rappresentazioni mediatiche. La ricerca, ripercorrendo, anche grazie alla lettura delle fonti, quanto accaduto in passato, può costituire un valido strumento per comprendere e fare tesoro degli errori compiuti e delle occasioni mancate, trasformando un’eredita pesante in una straordinaria energia per il cambiamento. (Comunicato stampa)

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